Un
articolo di «Dintorni» dedicato al nostro Campo di Volo
di
Gian Paolo Vanzini
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Sulla rivista
argentana curata da Soelia «Dintorni» distribuita in tutto il territorio è
apparso nel numero di aprile 2014 (pp. 23-25) un pregevole articolo
interamente dedicato al Campo di Volo di Filo ed ai suoi attivi
frequentatori, quasi tutti filesi.
Ho chiesto di
poterlo pubblicare sull’Irôla contando
sull’interesse dei lettori del blog. Il permesso mi è stato accordato assieme
al testo integrale in formato word con un’opportuna errata corrige circa
l’ubicazione del campo di volo, erroneamente indicata nel testo in comune di
Argenta. A fianco riporto l’immagine satellitare da cui si può osservare la
posizione geografica, a sud della linea di Po vecchio, il confine provinciale
Ferrara-Ravenna.
Ringrazio
Antonella Travasoni e l’Ing. Guerzoni di Soelia per la gentilezza usatami.
Dopo aver
letto l’articolo, inviterei i lettori a godersi, dalla loro tastiera, una
emozionante escursione aerea invernale sui cieli di Filo, guardandosi il bel
filmato sul web: (Rataplan su Filo e Molino di Filo - Franco Carli -
26.12.2011 - 13 min.) https://www.youtube.com/watch?v=N-vIyHXD3tk (a.v.).
A fianco un fermo immagine del filmato.
Franco Carli e il suo Raplan, ormai in fase di atterraggio, sorvolano la mia casa
(in basso a sinistra) e l’abitato di Filo d’Alfonsine.
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VOLARE PER SPORT
VOLARE PER
PASSIONE
Le Alifilanti di Filo
di Gian Paolo Vanzini
Ogni giorno,
specialmente nei weekend migliaia di appassionati solcano il cielo con i loro
piccoli aerei, perché il volo non è solo quello commerciale: la scienza del
volo (perché il volo è una scienza), appartiene anche alla gente comune.
Dalla fine degli
anni ’70 alcuni temerari posero le basi per iniziare a volare con aerei auto
costruiti, generalmente in tubi e tela, minimali nell’aspetto e
nell’avionica; ancora non c’erano regole e tutto era lasciato all’iniziativa
dei singoli.
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Con il passare
degli anni e con l’esponenziale aumento di amatori (e di incidenti), alcune
nazioni come Francia e Germania gettarono le basi per regolamentare il volo da
diporto; di conseguenza anche l’Italia adottò questi principi ed ora, a
distanza di oltre 40 anni si vola in assoluta sicurezza, con macchine che nulla
hanno da invidiare agli aerei dell’aviazione generale, con costi decisamente
abbattuti ed affrontabili dai più.
Gli aerei del volo
ultraleggero sono: motoalianti, pendolari, paramotore, tre assi, autogiro ed
elicottero. Ciò che accomuna queste macchine è la presenza di un motore e la
possibilità di avere uno o massimo due persone a bordo.
Pochi sanno che anche a Filo, esiste un
campo volo per gli ultraleggeri, e che al sabato e alla domenica una decina di
appassionati decolla e atterra con i propri mezzi appagando la passione per il
volo: siamo andati a trovare questo gruppo per sentirci raccontare dalla loro
viva voce cosa significa per loro volare.
Ecco il resoconto.
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Il gruppo ALIFILANTI
oggi e costituito da:
·
ERVEDO COCCHI
·
GUIDO COCCHI
·
ALVIO GHIRARDINI
·
MASSIMO CASSANI
·
ROMEO XELLA
·
FLAVIA PROTTI
·
GIORGIO FORLANI
·
FRANCO CARLI
·
ELISABETTA VISTOLI
·
SAMUELE
CAVINA
Li puoi trovare nel fine settimana in via Fiume Vecchio
a Filo. Vanno dai 25 agli 80 anni, ognuno proprietario del proprio aereo,
ognuno con un velivolo tecnicamente diverso: ultraleggeri, volo libero, volo
a motore, parapendio a motore, deltamotore, a due assi, a tre assi. Ma una
cosa li accomuna tutti... la passione per il volo.
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La pista o “campo volo” di Filo, nota come
ALIFILANTI è sorta intorno al 1982. L’iniziativa fu dovuta all’intraprendenza
di un piccolo gruppo di praticanti filesi: i fratelli Ervedo e Guido Cocchi,
Alvio Ghirardini, seguiti poi da Pierino Bellini. I quattro erano dediti al
volo libero e, grazie ad una passione fuori dal comune, ebbero la possibilità
di creare, sul terreno e su un capannone messo a disposizione della Cooperativa Agricola Bellini, la
struttura necessaria al decollo e all'atterraggio dei velivoli, nonché al loro
idoneo ricovero.
Nel 1983 su impulso di Alvio Ghirardini si
cominciò a praticare il volo a motore. L’attività del piccolo gruppo aviatorio
è continuata con sempre maggiore determinazione ed in buona sintonia con altri
gruppi romagnoli. Sul finire degli anni novanta si è potuto introdurre
nell’attività locale anche il volo libero con traino a motore, deltamotore e
tre assi ultraleggeri.
Nel 2000 si è dato inizio a
manifestazioni sportive di largo interesse ed in quello stesso anno si sono
aggiunti al gruppo diverse attività di volo.
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Ervedo Cocchi
In volo libero vanta il record di
distanza coperta, essendo riuscito a percorrere Massalombarda-Bassano del
Grappa, sfruttando con sapienza i venti in quota e le correnti ascensionali.
«Ci
sono giorni con condizioni particolari, che capitano una o due volte l’anno; c’è instabilità che forma i
cumuli. Sfruttando le correnti ascensionali parti, non sai dove arriverai,
quando sei in volo vedi e cerchi di “navigare” il più possibile. Ovviamente
il ritorno è in macchina!».
Flavia
Protti
Elegante e pacata, Flavia vive ad Alfonsine; è
un'impiegata che nel fine settimana si concede il suo volo in solitudine,
meteo permettendo.
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«Si fa fatica a descrivere cosa si
prova, la passione per il volo ti entra nel sangue la prima volta che stacchi i
piedi da terra e non ti esce più. Dal cielo tutto ha una prospettiva nuova. Mi
piace osservare la natura, sentire il vento. Mi interesso di meteorologia, è
basilare conoscerla, se non sai a cosa vai incontro, il volo può diventare
pericoloso. Prima di partire il check è fondamentale, tre sono le cose da
controllare: la macchina, il tempo e la persona! Se il viaggio è lungo allora è
necessario fare un piano di volo, dove si valuta anche la meteorologia del
luogo di arrivo e comunque in caso di problemi si fa retromarcia o ci si ferma
nel primo campo disponibile».
Franco Carli ed
Elisabetta Vistoli
Galeotto fu il giro turistico sui cieli di Filo con Ervedo...
così Betta rimase letteralmente folgorata! Avere poi un campo volo sotto casa
ha fatto il resto!
«Mia moglie Betta è stata la prima a prendere il brevetto,
sono oltre 60 ore tra teoria e pratica. La sua determinazione mi ha contagiato
e così anche io ho preso sia il primo che il secondo. Oggi le donne che volano
sono mosche bianche».
Betta,
che da qualche anno non inforca più il deltamotore dice: «Per me volare rappresenta un distacco totale, mi fa
sentire più leggera. Ho sempre amato andare molto in alto. Ogni tanto ho bucato
le nuvole e là sopra è tutto un altro mondo!».
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