domenica 11 maggio 2014

Ali filanti nel nostro cielo …



Un articolo di «Dintorni» dedicato al nostro Campo di Volo
di Gian Paolo Vanzini




Sulla rivista argentana curata da Soelia «Dintorni» distribuita in tutto il territorio è apparso nel numero di aprile 2014 (pp. 23-25) un pregevole articolo interamente dedicato al Campo di Volo di Filo ed ai suoi attivi frequentatori, quasi tutti filesi.
Ho chiesto di poterlo pubblicare sull’Irôla contando sull’interesse dei lettori del blog. Il permesso mi è stato accordato assieme al testo integrale in formato word con un’opportuna errata corrige circa l’ubicazione del campo di volo, erroneamente indicata nel testo in comune di Argenta. A fianco riporto l’immagine satellitare da cui si può osservare la posizione geografica, a sud della linea di Po vecchio, il confine provinciale Ferrara-Ravenna.
Ringrazio Antonella Travasoni e l’Ing. Guerzoni di Soelia per la gentilezza usatami.
Dopo aver letto l’articolo, inviterei i lettori a godersi, dalla loro tastiera, una emozionante escursione aerea invernale sui cieli di Filo, guardandosi il bel filmato sul web: (Rataplan su Filo e Molino di Filo - Franco Carli - 26.12.2011 - 13 min.)   https://www.youtube.com/watch?v=N-vIyHXD3tk  (a.v.).


A fianco un fermo immagine del filmato. Franco Carli e il suo Raplan, ormai in fase di atterraggio, sorvolano la mia casa (in basso a sinistra) e l’abitato di Filo d’Alfonsine.





VOLARE PER SPORT
VOLARE PER PASSIONE

Le Alifilanti di Filo
di Gian Paolo Vanzini

Ogni giorno, specialmente nei weekend migliaia di appassionati solcano il cielo con i loro piccoli aerei, perché il volo non è solo quello commerciale: la scienza del volo (perché il volo è una scienza), appartiene anche alla gente comune.
Dalla fine degli anni ’70 alcuni temerari posero le basi per iniziare a volare con aerei auto costruiti, generalmente in tubi e tela, minimali nell’aspetto e nell’avionica; ancora non c’erano regole e tutto era lasciato all’iniziativa dei singoli.
Con il passare degli anni e con l’esponenziale aumento di amatori (e di incidenti), alcune nazioni come Francia e Germania gettarono le basi per regolamentare il volo da diporto; di conseguenza anche l’Italia adottò questi principi ed ora, a distanza di oltre 40 anni si vola in assoluta sicurezza, con macchine che nulla hanno da invidiare agli aerei dell’aviazione generale, con costi decisamente abbattuti ed affrontabili dai più.
Gli aerei del volo ultraleggero sono: motoalianti, pendolari, paramotore, tre assi, autogiro ed elicottero. Ciò che accomuna queste macchine è la presenza di un motore e la possibilità di avere uno o massimo due persone a bordo.
Pochi sanno che anche a Filo, esiste un campo volo per gli ultraleggeri, e che al sabato e alla domenica una decina di appassionati decolla e atterra con i propri mezzi appagando la passione per il volo: siamo andati a trovare questo gruppo per sentirci raccontare dalla loro viva voce cosa significa per loro volare.
Ecco il resoconto.



Il gruppo ALIFILANTI oggi e costituito da:

·         ERVEDO COCCHI
·         GUIDO COCCHI
·         ALVIO GHIRARDINI
·         MASSIMO CASSANI
·         ROMEO XELLA
·         FLAVIA PROTTI
·         GIORGIO FORLANI
·         FRANCO CARLI
·         ELISABETTA VISTOLI
                ·         SAMUELE CAVINA


Li puoi trovare nel fine settimana in via Fiume Vecchio a Filo. Vanno dai 25 agli 80 anni, ognuno proprietario del proprio aereo, ognuno con un velivolo tecnicamente diverso: ultraleggeri, volo libero, volo a motore, parapendio a motore, deltamotore, a due assi, a tre assi. Ma una cosa li accomuna tutti... la passione per il volo.


La pista o “campo volo” di Filo, nota come ALIFILANTI è sorta intorno al 1982. L’iniziativa fu dovuta all’intraprendenza di un piccolo gruppo di praticanti filesi: i fratelli Ervedo e Guido Cocchi, Alvio Ghirardini, seguiti poi da Pierino Bellini. I quattro erano dediti al volo libero e, grazie ad una passione fuori dal comune, ebbero la possibilità di creare, sul terreno e su un capannone messo a disposizione  della Cooperativa Agricola Bellini, la struttura necessaria al decollo e all'atterraggio dei velivoli, nonché al loro idoneo ricovero.
Nel 1983 su impulso di Alvio Ghirardini si cominciò a praticare il volo a motore. L’attività del piccolo gruppo aviatorio è continuata con sempre maggiore determinazione ed in buona sintonia con altri gruppi romagnoli. Sul finire degli anni novanta si è potuto introdurre nell’attività locale anche il volo libero con traino a motore, deltamotore e tre assi ultraleggeri.
Nel 2000 si è dato inizio a manifestazioni sportive di largo interesse ed in quello stesso anno si sono aggiunti al gruppo diverse attività di volo.




Ervedo Cocchi
In volo libero vanta il record di distanza coperta, essendo riuscito a percorrere Massalombarda-Bassano del Grappa, sfruttando con sapienza i venti in quota e le correnti ascensionali.
«Ci sono giorni con condizioni particolari, che capitano una o due volte l’anno; c’è instabilità che forma i cumuli. Sfruttando le correnti ascensionali parti, non sai dove arriverai, quando sei in volo vedi e cerchi di “navigare” il più possibile. Ovviamente il ritorno è in macchina!».

Flavia Protti
Elegante e pacata, Flavia vive ad Alfonsine; è un'impiegata che nel fine settimana si concede il suo volo in solitudine, meteo permettendo.


«Si fa fatica a descrivere cosa si prova, la passione per il volo ti entra nel sangue la prima volta che stacchi i piedi da terra e non ti esce più. Dal cielo tutto ha una prospettiva nuova. Mi piace osservare la natura, sentire il vento. Mi interesso di meteorologia, è basilare conoscerla, se non sai a cosa vai incontro, il volo può diventare pericoloso. Prima di partire il check è fondamentale, tre sono le cose da controllare: la macchina, il tempo e la persona! Se il viaggio è lungo allora è necessario fare un piano di volo, dove si valuta anche la meteorologia del luogo di arrivo e comunque in caso di problemi si fa retromarcia o ci si ferma nel primo campo disponibile».

Franco Carli ed Elisabetta Vistoli
Galeotto fu il giro turistico sui cieli di Filo con Ervedo... così Betta rimase letteralmente folgorata! Avere poi un campo volo sotto casa ha fatto il resto!
«Mia moglie Betta è stata la prima a prendere il brevetto, sono oltre 60 ore tra teoria e pratica. La sua determinazione mi ha contagiato e così anche io ho preso sia il primo che il secondo. Oggi le donne che volano sono mosche bianche».
Betta, che da qualche anno non inforca più il deltamotore dice: «Per me volare rappresenta un distacco totale, mi fa sentire più leggera. Ho sempre amato andare molto in alto. Ogni tanto ho bucato le nuvole e là sopra è tutto un altro mondo!».

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