martedì 28 luglio 2015

Bulow e gli Spinaroni



Memorie dal  «Quaderno» (3)
di Giovanni Pulini – Introduzione di Agide Vandini



«L'Isola degli Spinaroni - recita Wikipedia - è un'isoletta della Pialassa di Ravenna, nota per essere stata sede del “Terzo Lori”, VI Distaccamento della Brigata Partigiana Garibaldi, dal settembre al dicembre 1944. L’isolotto prende il nome dall’arbusto di “spinarone”, nome dialettale dell’olivello spinoso (Hippophae Rhamnoides), che fino agli anni ’60 lo ricopriva pressoché interamente.
Negli anni ’60, il definitivo imbrigliamento entro argini fino al mare del fiume Lamone (la cui foce si trova ora a nord di Marina Romea), che fino ad allora disperdeva le sue acque nella Piallassa, ha provocato profonde trasformazioni del territorio.
In particolare, la maggiore salinità delle acque ha determinato una drastica riduzione di molte specie vegetali ed animali, fra cui anche la quasi totale estinzione dell’olivello spinoso, del quale, nell’isola, resta oggi un unico esemplare».
A fianco si riportano le basilari informazioni necessarie alla visita. La storia dell’Isola e la descrizione della recente operazione di recupero della stessa sono ben raccontate e descritte in questo articolo:


 E’ un luogo che, per quanto mi riguarda, non potrò mai dissociare dai racconti affascinanti che ho avuto la fortuna di ascoltare per molti anni dalla viva voce di Gaetano Trombini, all’epoca il poco più che ventenne partigiano e comandante Tommy, mio mentore e guida in campo manageriale e professionale, uomo di grande ed esuberante personalità con cui ho condiviso un lungo e fecondo rapporto di lavoro. 


Fu un’esperienza la sua che, in particolare nelle lunghe ore di viaggio trascorse assieme, egli ha sempre descritto con dovizia di particolari, con autentica emozione e soprattutto ricordandone e sottolineandone ogni volta la grande esperienza umana, nonché la lezione ed insegnamento di vita. 
E’ perciò con vero piacere che pubblico il breve racconto che ci porta in quei luoghi e che Giovanni ci ha fatto ancora una volta l’onore di inviare al blog (Agide Vandini).


°°°

Già dai primi anni ’80 villeggiavo a Punta Marina Terme dove trascorrevo i mesi estivi in un piccolo appartamento.
 Spesso mi godevo l’aria fresca e profumata nel giardino del palazzo, seduto ad osservare gli uccellini che venivano a beccare briciole, gatti che cacciavano o si crogiolavano al sole, profumi dei fiori che sbocciavano e, proprio in una di quelle giornate, arrivò una coppia di romagnoli a villeggiare nello stesso edificio. Li osservavo mentre scaricavano i bagagli;  ad un certo punto si avvicinarono e, presentandosi, mi chiesero dove avrebbero potuto prendere in affitto l’ombrellone sulla spiaggia, non distante dall’alloggio. Fu così che conobbi Sergio e sua moglie.
 La frequentazione diventò assidua, sulla spiaggia e nel giardino comune. Inizialmente i nostri discorsi riguardavano argomenti “di routine”, nessuno dei due entrava nel personale finché fu inevitabile addentrarci nella politica. Avevo capito che Sergio era una persona colta, molto discreta e impegnata politicamente: faceva riferimento a suoi incarichi da Dirigente, ma senza mai addentrarsi in particolari, sembrava che si aspettasse da me l’ammissione ad un’appartenenza politica per andare oltre. Fino a che gli raccontai del mio trascorso di partigiano e i discorsi vennero da sé.
Sergio mi raccontò che qualche volta aveva fatto da guardia del corpo al Comandante “Bulow”, al secolo Arrigo Boldrini.  A quel tempo, erano gli anni Novanta, il Comandante viveva presso una Casa di Riposo a Marina Romea, gestita da Don Ugo, un prete molto conosciuto nel ravennate. Chiesi a Sergio se fosse stato possibile fargli una visita e Sergio acconsentì volentieri. Da parecchi anni non vedevo il Comandante e quando fui presentato gli dissi dove avevo svolto la mia attività di partigiano, accennando ai miei incarichi militari, ma capii che non avrebbe voluto parlare di questo. Chiudendo il discorso, mi disse: “tu hai operato in una zona che conosco bene dove il contributo della popolazione è stato eccellente, se non fosse stato così, molto probabilmente non saremmo qui a raccontarlo”. I discorsi continuarono su altri argomenti poi ci salutammo e fu l’ultima volta che vidi Boldrini.
 Sergio mi disse che l’ANPI di Ravenna aveva fatto costruire una barca, per circa una ventina di persone, con un fondo adatto alla navigazione in acque basse, da adibire ad uso turistico nella Valle della Pialassa; alla barca era stato dato il nome di “BULOW”, in omaggio a Boldrini. Grazie al suo interessamento ebbi la possibilità di partecipare ad una escursione su quella stessa barca: fu una giornata indimenticabile!
 La  Pialassa della Baiona è una laguna salmastra, situata nel Parco Naturale del Delta del Po, con specchi d’acqua poco profondi e canali dove si possono vedere specie faunistiche protette, stanziali e migratorie, come folaghe, aironi, anatre selvatiche, fenicotteri ed altro ancora, oltre a rappresentare un paesaggio naturalistico speciale.   La valle  è punteggiata di isolotti fra i quali  forse il più conosciuto è  l’isola degli Spinaroni dove, durante la Resistenza, un gruppo di antifascisti si riunì in clandestinità per dare vita al Distaccamento Partigiano “Terzo Lori” della  28a Brigata Garibaldi, comandata da “Bulow” e da dove lo stesso dette ordine di dare il via alla  nota “Battaglia delle Valli” .
 Durante la gita,  mi sedeva accanto una coppia di turisti tedeschi e uno di loro conosceva bene la nostra lingua. La signora che ci faceva da guida spiegava molto bene la peculiarità di questa incantevole valle e potemmo vedere anche un gruppo di piccoli anatroccoli che si avvicinavano alla barca senza essere minimamente impauriti dalla nostra presenza. Scendemmo all’Isola degli Spinaroni, così chiamata per la copiosa presenza di arbusti e dove ancora oggi sopravvive l’olivello spinoso, trovammo un gradevole servizio bar e, seduti sotto un pergolato, ascoltammo la nostra guida illustrarne la storia, indicandoci alle lungo le pareti i documenti dei personaggi che avevano partecipato alla Resistenza, molti di loro morti prima della fine della guerra. Ci fu spiegato, minuziosamente, l’importanza dell’esistenza del capanno in quel momento storico: molti dei presenti, compreso il tedesco, non seppero trattenere l’emozione e le lacrime.
 Ci imbarcammo nuovamente per il ritorno e visitammo parecchi isolotti dove i capanni conservavano ancora i segni della storia: vedemmo dove si cuoceva il pane per i partigiani e dove venivano svolti altri servizi durante la loro permanenza.
 Vedemmo, nella distesa della valle dove la natura regna ancora sovrana, isolotti ricoperti da canne palustri, altri, poco più grandi, ricoperti da arbusti di  tamerici verde argenteo. 
 Avvicinandoci al pontile per lo sbarco percorremmo un canale dove, lateralmente, erano situati capanni, costruiti su palafitte, con grandi bilancioni per la pesca, tuttora riparo per i pescatori.
 L’incontro con il Comandante Boldrini “Bulow” e l’escursione alla valle della Pialassa  resero  quell’estate di tanti anni fa un’estate indimenticabile che, ancora oggi, in vena di ricordi, ho piacere di raccontare.

Giovanni Pulini, Giugno 2015


Isola degli Spinaroni - Gaetano Trombini (Tommy) con gli occhiali scuri al centro della foto, mentre taglia il nastro il giorno dell’inaugurazione del nuovo capanno.