mercoledì 12 settembre 2007

I Libri di Agide Vandini - Saggi, poesie, racconti

                              (Pagina revisionata ed aggiornata nel mese di marzo 2021)



L’antico Comune della Riviera di Filo è il risultato di una appassionata ricerca sull’antica autonomia filese, eseguita fra il 1978 ed il 1979. Prima di queste note storiche, sulla striscia di territorio che abbracciava Filo, San Biagio, Longastrino, Anita (Humana) e parte di Sant’Alberto, esisteva appena qualche memoria orale e poco altro. Grazie a questa ricerca vennero alla luce le origini millenarie del villaggio di Filo e la sua lunga autonomia territoriale mantenutasi fino alla fusione di fine Ottocento con Argenta. Ne emersero le caratteristiche rivierasche e ravennati del luogo, nonché l’importanza strategico - militare che determinò il passaggio di una parte del suo territorio sotto il Ducato Estense. Di notevole interesse la concessione pontificia di importanti Privilegi all’antico comune (1598) rimasti in vigore fino agli sconvolgimenti del secolo XVIII, epoca in cui il Po venne spostato verso sud, nel quadro di un deciso riassetto idrico e di una prima bonifica del territorio. Di rilievo la riscoperta delle grandi e spinose questioni territoriali che al tempo dell’Unità d’Italia accesero gli animi dei filesi: l’opposizione alla perdita dell’autonomia comunale (1859-1866) e la diatriba sulle terre a destra Po vecchio e a sinistra Po nuovo, oggi denominato Reno (1861). (Ferrara, SATE, 1981): 94 pagine - ESAURITO –                                                                                          

 



 

 

Gente semplicequand che int la pôrta u j éra la rameta è una raccolta di novelle, favole, aneddoti, indovinelli, giochi da cortile ed altri aspetti folcloristici del nostro passato. Sono anche ricordati divertenti personaggi ed antiche storie della nostra terra, ultimo lembo di una Romagna orgogliosa dei suoi valori e delle sue tradizioni. Storie, piccoli personaggi e cultura popolare dell'autentica campagna romagnola che il tempo, pur impietoso, non può cancellare, come non potrà mai privarsi una pianta, pur rigogliosa, delle proprie radici (Faenza, EDIT, 1994: 128 pagine  – € 7,75 – Codice ISBN : 88-815-2005-2) - ESAURITO

 

 



I briganti della palude. Dall'approfondimento delle fonti storiche, quel che si voleva sapere sui briganti delle paludi romagnole. Non soltanto le discusse imprese del suo masnadiere più famoso: Stefano Pelloni detto il Passatore. Qui si incontra l'infame Guerrino da Solarolo, l'imprendibile Falcone dalla pistola facile, l'ineffabile Ravasìn. Una narrazione accattivante percorre le storie emozionanti del famigerato Lazzarino, del ferocissimo Sordo e infine dell'Umèt, ultimo leggendario bandito dell'Ottocento. Fra miti e curiosità, vicende che appartengono alla memoria popolare della Romagna vengono raccontate, ampiamente documentate e inserite nel loro contesto storico ed ambientale. Si percorre la storia di un territorio difficile, ove quella del brigantaggio non è che una delle tante piaghe con le quali dover fare i conti. Dalle prime masnade medievali, si giunge alle terribili imprese delle bande dell'Ottocento, fino alla definitiva scomparsa del flagello, a fine secolo, quando nelle campagne già si affacciano le lotte operaie e s'ode in lontananza il fischio di una locomotiva che annuncia la nuova era. L'opera contiene inedite cronache tratte da giornali del tempo, atti giudiziari e documenti d'epoca. (Ravenna, Longo Editore, 1996 : 265 pagine – € 13,00 – ESAURITO – Codice ISBN: 88-8063-103-9) –

Alcune copie sono ancora disponibili presso l’autore

 




Il cestello dei ranocchi è un allegro viaggio nel nostro passato prossimo, alla ricerca di personaggi e storie del mondo popolare di cui è da sempre generosa la campagna romagnola. In una ventina di racconti rivivono, fra realtà e fantasia, macchiette caratteristiche di un'epoca già ormai lontana: personaggi eccentrici che, con gaia spensieratezza ed arguzia contadina, testimoniano di un mondo ben diverso da quello fin troppo «competitivo» che oggi ci inquieta. Lungo l'arco temporale che va dagli inizi del secolo fino agli anni Sessanta, si alternano piacevolmente vicende avventurose, trame intriganti e paradossali, buffe scenette dalla comicità genuina e scoppiettante. E mentre ci si lascia facilmente catturare dalle suggestioni del vecchio mondo contadino, una particolare attenzione va al caro ed amato dialetto, l'antica lingua dei nostri padri, oggi scrigno prezioso che conserva tante tracce di un patrimonio folcloristico di eccezionale ricchezza. (Ravenna, Longo Editore, 1999 : 160 pagine. – € 11,88 - Codice ISBN: 88-8063-215-9)

 



 

 Bëli armunëj . Quali e quante domande l'anima «semplice» che è in noi è costretta a porsi, se soltanto tenta improponibili raffronti fra il mondo antico e quello iper-tecnologico di oggi? I versi in vernacolo di Bëli armunëj d'una vôlta vengono a dare una loro risposta accattivante ed allegra, talvolta arguta e mordace. Il testo si compone di un Preludio ed alcune raccolte: Fata zent, A pinsëj ben, Fët d'una vôlta ed infine Ušel d'i zil d'Rumagna, una rassegna dedicata ad una settantina di varietà d'uccelli, ai nostri compagni di viaggio, amati, ammirati ed invidiati, che ci richiamano all'ambiente naturale e, allo stesso tempo, ci riportano con dolcezza ai tanti momenti e turbamenti della nostra vita. L’appendice contiene le illustrazioni di tutte le varietà d’uccelli citate nel testo, nonché una preziosa Tavola sinottica delle regole fondamentali di grafia romagnola, elaborata dall’autore, con utili esemplificazioni per chi ama leggere e scrivere il dialetto. (Faenza, Edit, 2001: 105 pag. – € 7,75 - Codice ISBN: 88-8152-078-8 - ESAURITO- )

 

 

 

 


Filo, la nostra terra è il risultato di una lunga ricerca storico - folcloristica dedicata alla riscoperta del nostro territorio. Esso viene visto sia nella sua originalità che come elemento del più ampio contesto regionale e generale. E’ forse storia minore quella dell’antica Riviera di Filo, ma essa ben rappresenta il travaglio e il destino di tante piccole comunità basso – romagnole. Ha come motivo conduttore una forte spinta alla conquista e alla difesa della terra, risorsa in grado di assicurare migliori condizioni di vita ad una popolazione costretta per secoli a trafugare ciò che la natura le ha dato: il sale e le anguille. Il territorio, che in età medievale è una striscia rivierasca lungo il Po di Primaro, una preziosa cerniera fra il ravennate ed il ferrarese fra ampi bacini di acque salate e salmastre, si trasforma, a partire dal XVIII secolo, in una estesa campagna coltivabile, per effetto di una grandiosa opera di sistemazione idraulica e di prosciugamento delle paludi. Proprio in queste campagne bonificate, si lotterà duramente per il riscatto delle classi più povere e verrà intensamente vissuto l’acuirsi dei conflitti sociali e l’avanzare inarrestabile delle lotte per la libertà dell’età moderna e contemporanea. E’ una storia di cui riappropriarsi, particolarmente emotiva se ripercorsa sul territorio, a contatto con ogni piccola traccia di un passato che vive ancora in noi, nel nostro modo di essere. Il quadro storico - folcloristico, è corredato da una corposa parte finale dedicata al mondo popolare, agli usi, costumi e tradizioni che accomunano queste genti a tutto l’entroterra basso-romagnolo. Il testo è arricchito da 256 illustrazioni. (Faenza, Edit, 2004: 400 pag. – 256 illustrazioni - € 20 - Codice ISBN: 88-8152-118-0).

Alcune copie sono ancora disponibili presso l’autore

 



 

 Sotto l’ombra di un bel fior è la storia di sei partigiani filesi, partiti nella primavera del 1944 dai campi della bassa pianura e saliti sui monti dell’Appennino Tosco - Romagnolo a combattere tedeschi e fascisti. Tre di essi non tornarono più. E’ questa perciò anche la storia di una formazione partigiana, la 36° Brigata Garibaldi «A. Bianconcini», dei suoi importanti fatti d’arme, rivissuti attraverso la voce dei nostri protagonisti, e che culminarono, nell’ottobre 1944, nella sanguinosa battaglia di Purocielo. Sullo sfondo, la storia emblematica di un piccolo paese della «bassa», di un «filo rosso» che ha ispirato per anni le sue lotte per la giustizia sociale, di una fede e coraggio che comportò purtroppo tremende persecuzioni, fino all’estremo sacrificio in nome della Libertà. Nella memoria dei contemporanei, assieme agli altri uomini e donne che ci richiamano ai valori della Resistenza, un posto speciale va perciò riservato a queste tre giovani vite cadute sessant’anni fa tra i monti dell’Appennino e ora sotto l’ombra d’un bel fior, un fiore che oggi rappresenta ancora un ideale di speranza e di amore per i valori fondanti della nostra democrazia. (Faenza, Edit, 2005: 78 pag. – € 7 - Codice ISBN: 88-8152-129-6 - ESAURITO).

 

 

 

 



La valle che non c’è più è un viaggio fra passato e presente all’interno di noi stessi. E’ così che si potrebbero definire questi nuovi racconti ambientati nella campagna romagnola di un tempo che fu.

I temi, il territorio ed i personaggi di Gente semplice e del Cestello dei ranocchi sono infatti ancora lo spunto per nuove meditazioni e qualche divertito amarcord dedicato ad uno stile di vita ed un mondo «antico» travolti forse troppo in fretta dal frenetico avanzare del «progresso».

Sono tipi, quelli raccontati in queste pagine, dalla simpatia immediata; allegri ed a volte ingenui protagonisti di un piccolo mondo, chiamati a rappresentare un’epoca e un modo di vivere da tempo superato, spazzato via da una modernità impietosa.

Anche nell’era della robotica e dell’informatica, della pubblicità e dei consumi sfrenati, queste figure ci regalano un sorriso, e forse ci strizzano l’occhio per spingerci a guardare dentro di noi, nel nostro intimo essere, alla ricerca dell’antico candore e dei tanti sogni perduti.

Correda queste storie un’appendice di grande interesse, frutto di accurate ricerche. Gli approfondimenti sono dedicati ai giochi con le carte romagnole, alle trappole del mondo antico ed ai vecchi soprannomi di famiglia: piccole eppur preziose perle del nostro patrimonio culturale.

Particolare prestigio viene dato all’opera da alcuni splendidi acquerelli realizzati, per l’occasione, dalla mano ispirata di Angela Corelli. (Faenza, Edit, 2006: 174 pag., 10 tavole fuori testo – € 15 - Codice ISBN: 88-8152-148-2).

Alcune copie sono ancora disponibili presso l’autore

 

 

 



La vita di Guerriero e l’Elvira pare un romanzo, o un film neo-realista eppure è storia, storia vera, di italiani, di romagnoli. E’ quella dei genitori e della famiglia dell’autore che ha voluto narrarla a futura memoria, ricostruendo ogni vicenda con testimonianze, racconti di famiglia, tantissime fotografie e documenti, molti dei quali inediti.

E’ la «vita difficile» di due giovani di indole aperta e generosa che hanno il solo torto di aspirare ad un mondo più libero e più giusto in pieno Ventennio Fascista. La gioia della loro balda gioventù viene contrastata da avversità, ingiustizie e persecuzioni che poi sfociano nel dramma: una tragedia che, nel contesto della lotta Partigiana, colpirà il più sacro degli affetti.

E’ il piccolo, ma coraggioso mondo di famiglia, costretto a fare i conti con la repressione del Regime, con la Guerra d’Africa, con la Seconda Guerra Mondiale e l’Occupazione Nazi-Fascista, con la necessità di battersi per la riconquista della Libertà e della Democrazia.

Tutto questo, in un territorio contraddistinto da lotte secolari e da forti rivendicazioni sociali, destinato a subire grandi lutti e distruzioni nella cruenta battaglia che segnerà, di fatto, in Italia, la fine dell’ultimo conflitto.

Toccherà alla generazione di Guerriero ed Elvira, l’opera di ricostruzione morale e materiale, ed il compito di risollevare il loro mondo operaio e contadino dalle macerie e dalla desolazione.

Scene familiari, a tratti di serena gaiezza (compongono il testo alcuni «medaglioni» di piacevole aneddotica), si alternano a vicissitudini emblematiche di un periodo che non va mai dimenticato.

E’, in definitiva, una storia, nella storia. (Faenza, Edit, 2018: 144 pag. - € 15 - Codice ISBN: 88-8152-265-1- ESAURITO).

 

 

 





 

Letture filesi , è un inedito su carta, una raccolta di scritti dedicati a Filo ed al suo territorio. La raccolta risale all’incirca al 1995, aggiornata ed integrata nel 2002 quando ne venne realizzata una Edizione su CD ROM. E’ una scelta di opere, brevemente presentate, di autori filesi di ogni tempo nonché di scrittori (piccoli e grandi) che hanno reso onore a Filo ed alla sua gente, con brani di assoluto valore storico e letterario. Dario Fo, Franco Sacchetti, Ludovico Ariosto, Renata Viganò, Antonio Meluschi sono i nomi altisonanti che compaiono in questa antologia paesana che dà spazio anche opere meno conosciute, fino a formare un «insieme» di notevole suggestione. La raccolta è composta di due Parti (Frammenti di Storia del Novecento e Rassegna di Graffiti Paesani, la prima delle quali suddivisa in tre Sezioni. Consta di complessive 130 pagine che prossimamente verranno revisionate e trasferite in alcuni Quaderni tematici dell’Iròla e resi così disponibili agli interessati.

  

Due capitoli delle «Letture Filesi» hanno contribuito (1995) alla realizzazione del volume:

 

 L’infermiera e il comandante senza stellette (1995) dedicato da A. Leoni e M. Bonicalzi alle figure di Antonio Meluschi e Renata Viganò, noti celebrati scrittori. Il primo già comandante partigiano a Filo e la seconda, autrice de l’Agnese va a morire, sua compagna nella vita e nella Resistenza, vissuta in gran parte a Filo. (Sesto S. Giovanni, Il Papiro, 1995: 120 pag. - € 7,75 )

 

4 commenti:

L'Uomo del Faro ha detto...

Grazie per avermi dato l'opportunità di conoscere il Sig. Vandini e di poter acquistare un libro introvabile.

Anonimo ha detto...

Grazie al sig. Vandini per tutto quello che riesce a fare per dare a tutti noi che ne abbiamo desiderio e bisogno ad un mondo che puo continuare a vivere finché noi lo vogliamo; attraverso i suoi ricordi e le sue parole ci fa tornare in quei luoghi e ci consente di renderli, ogni volta, vicini a noi e vivi

Grazie!

Anonimo ha detto...

come faccio a comprare una di quelle opere?

Anonimo ha detto...

Come posso acquistare i vostri libri?
alessandracalatroni64@gmail.com
Grazie