Memorie
dal «Quaderno» (3)
di
Giovanni Pulini – Introduzione di Agide Vandini
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«L'Isola degli Spinaroni - recita Wikipedia - è
un'isoletta della Pialassa di Ravenna, nota per essere stata sede del “Terzo
Lori”, VI Distaccamento della Brigata Partigiana Garibaldi, dal settembre al
dicembre 1944. L’isolotto prende il nome dall’arbusto di “spinarone”, nome
dialettale dell’olivello spinoso (Hippophae Rhamnoides), che fino agli anni
’60 lo ricopriva pressoché interamente.
Negli anni ’60, il definitivo imbrigliamento entro
argini fino al mare del fiume Lamone (la cui foce si trova ora a nord di
Marina Romea), che fino ad allora disperdeva le sue acque nella Piallassa, ha
provocato profonde trasformazioni del territorio.
In particolare, la maggiore salinità delle acque
ha determinato una drastica riduzione di molte specie vegetali ed animali,
fra cui anche la quasi totale estinzione dell’olivello spinoso, del quale,
nell’isola, resta oggi un unico esemplare».
A fianco si riportano le basilari informazioni
necessarie alla visita. La storia dell’Isola e la descrizione della recente
operazione di recupero della stessa sono ben raccontate e descritte in questo
articolo:
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E’
un luogo che, per quanto mi riguarda, non potrò mai dissociare dai racconti affascinanti
che ho avuto la fortuna di ascoltare per molti anni dalla viva voce di
Gaetano Trombini, all’epoca il poco più che ventenne partigiano e comandante
Tommy, mio mentore e guida in campo manageriale e professionale, uomo di
grande ed esuberante personalità con cui ho condiviso un lungo e fecondo
rapporto di lavoro.
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Fu un’esperienza la sua che, in particolare nelle lunghe
ore di viaggio trascorse assieme, egli ha sempre descritto con dovizia di
particolari, con autentica emozione e soprattutto ricordandone e
sottolineandone ogni volta la grande esperienza umana, nonché la lezione ed
insegnamento di vita.
E’
perciò con vero piacere che pubblico il breve racconto che ci porta in quei
luoghi e che Giovanni ci ha fatto ancora una volta l’onore di inviare al blog (Agide
Vandini).
°°°
Già dai primi
anni ’80 villeggiavo a Punta Marina Terme dove trascorrevo i mesi estivi in un
piccolo appartamento.
Spesso mi godevo l’aria fresca e profumata nel
giardino del palazzo, seduto ad osservare gli uccellini che venivano a beccare
briciole, gatti che cacciavano o si crogiolavano al sole, profumi dei fiori che
sbocciavano e, proprio in una di quelle giornate, arrivò una coppia di
romagnoli a villeggiare nello stesso edificio. Li osservavo mentre scaricavano
i bagagli; ad un certo punto si avvicinarono
e, presentandosi, mi chiesero dove avrebbero potuto prendere in affitto
l’ombrellone sulla spiaggia, non distante dall’alloggio. Fu così che conobbi
Sergio e sua moglie.
La frequentazione diventò assidua, sulla
spiaggia e nel giardino comune. Inizialmente i nostri discorsi riguardavano
argomenti “di routine”, nessuno dei due entrava nel personale finché fu
inevitabile addentrarci nella politica. Avevo capito che Sergio era una persona
colta, molto discreta e impegnata politicamente: faceva riferimento a suoi
incarichi da Dirigente, ma senza mai addentrarsi in particolari, sembrava che
si aspettasse da me l’ammissione ad un’appartenenza politica per andare oltre.
Fino a che gli raccontai del mio trascorso di partigiano e i discorsi vennero
da sé.
Sergio mi
raccontò che qualche volta aveva fatto da guardia del corpo al Comandante
“Bulow”, al secolo Arrigo Boldrini. A
quel tempo, erano gli anni Novanta, il Comandante viveva presso una Casa di
Riposo a Marina Romea, gestita da Don Ugo, un prete molto conosciuto nel
ravennate. Chiesi a Sergio se fosse stato possibile fargli una visita e Sergio
acconsentì volentieri. Da parecchi anni non vedevo il Comandante e quando fui
presentato gli dissi dove avevo svolto la mia attività di partigiano,
accennando ai miei incarichi militari, ma capii che non avrebbe voluto parlare
di questo. Chiudendo il discorso, mi disse: “tu hai operato in una zona che
conosco bene dove il contributo della popolazione è stato eccellente, se non
fosse stato così, molto probabilmente non saremmo qui a raccontarlo”. I
discorsi continuarono su altri argomenti poi ci salutammo e fu l’ultima volta
che vidi Boldrini.
Sergio mi disse che l’ANPI di Ravenna aveva
fatto costruire una barca, per circa una ventina di persone, con un fondo
adatto alla navigazione in acque basse, da adibire ad uso turistico nella Valle
della Pialassa; alla barca era stato dato il nome di “BULOW”, in omaggio a
Boldrini. Grazie al suo interessamento ebbi la possibilità di partecipare ad
una escursione su quella stessa barca: fu una giornata indimenticabile!
La
Pialassa della Baiona è una laguna salmastra, situata nel Parco Naturale
del Delta del Po, con specchi d’acqua poco profondi e canali dove si possono
vedere specie faunistiche protette, stanziali e migratorie, come folaghe,
aironi, anatre selvatiche, fenicotteri ed altro ancora, oltre a rappresentare
un paesaggio naturalistico speciale. La
valle è punteggiata di isolotti fra i
quali forse il più conosciuto è l’isola degli Spinaroni dove, durante la
Resistenza, un gruppo di antifascisti si riunì in clandestinità per dare vita
al Distaccamento Partigiano “Terzo Lori” della
28a Brigata Garibaldi, comandata da “Bulow” e da dove lo stesso dette
ordine di dare il via alla nota
“Battaglia delle Valli” .
Durante la gita, mi sedeva accanto una coppia di turisti
tedeschi e uno di loro conosceva bene la nostra lingua. La signora che ci
faceva da guida spiegava molto bene la peculiarità di questa incantevole valle
e potemmo vedere anche un gruppo di piccoli anatroccoli che si avvicinavano
alla barca senza essere minimamente impauriti dalla nostra presenza. Scendemmo
all’Isola degli Spinaroni, così chiamata per la copiosa presenza di arbusti e
dove ancora oggi sopravvive l’olivello spinoso, trovammo un gradevole servizio
bar e, seduti sotto un pergolato, ascoltammo la nostra guida illustrarne la
storia, indicandoci alle lungo le pareti i documenti dei personaggi che avevano
partecipato alla Resistenza, molti di loro morti prima della fine della guerra.
Ci fu spiegato, minuziosamente, l’importanza dell’esistenza del capanno in quel
momento storico: molti dei presenti, compreso il tedesco, non seppero
trattenere l’emozione e le lacrime.
Ci imbarcammo nuovamente per il ritorno e
visitammo parecchi isolotti dove i capanni conservavano ancora i segni della
storia: vedemmo dove si cuoceva il pane per i partigiani e dove venivano svolti
altri servizi durante la loro permanenza.
Vedemmo, nella distesa della valle dove la
natura regna ancora sovrana, isolotti ricoperti da canne palustri, altri, poco
più grandi, ricoperti da arbusti di
tamerici verde argenteo.
Avvicinandoci al pontile per lo sbarco
percorremmo un canale dove, lateralmente, erano situati capanni, costruiti su
palafitte, con grandi bilancioni per la pesca, tuttora riparo per i pescatori.
L’incontro con il Comandante Boldrini “Bulow” e
l’escursione alla valle della Pialassa
resero quell’estate di tanti anni
fa un’estate indimenticabile che, ancora oggi, in vena di ricordi, ho piacere
di raccontare.
Giovanni Pulini, Giugno 2015
Isola degli
Spinaroni - Gaetano Trombini (Tommy) con gli occhiali scuri al centro della foto,
mentre taglia il nastro il giorno dell’inaugurazione del nuovo capanno.
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