Il
campionato di Bologna e Inter
Commento
del «filese» e vignette di Romano Saccani Vezzani
In attesa di sapere
cosa portano in dote i giorni finali del mercato di gennaio, Bologna ed Inter
pareggiano. Due pareggi dal sapore assai diverso: quello esterno dei rossoblù
raggiunto (per la seconda volta in una settimana) insperatamente nel finale;
quello interno dei nerazzurri contrassegnato, al solito ormai, da una sterilità
offensiva che non accenna a finire.
Accomuna le due
squadre, almeno per il momento, una inconcludenza ed una insipienza sul mercato
che esaspera le tifoserie. Tengono banco le operazioni apparentemente saltate,
quella di Diamanti e quella di Guarin / Vucinic considerate dai sostenitori
niente più che aféri d Cazèt, ma
forse anche il famoso frate che bruciava il violino per vendere la cenere,
rabbrividirebbe all’idea di rinforzare, ad esempio, una squadra in piena zona
retrocessione cedendo l’unico buon giocatore in rosa. Per fortuna pare che, al
momento giusto, ci si sia accorti che i compratori cinesi avevano scordato a
casa il portafoglio, ma… insomma, questa disponibilità a disfarsi del
toscanaccio lascia perplessi e la dice tutta sulle possibilità di rinforzare
una rosa qui più volte definita irrazionale, mal composta e bisognosa di
interventi sia in entrata che in uscita.
Sulla sponda
milanese c’è ancora più delusione nei tifosi. Si sta infatti diffondendo la
voce secondo cui, il presunto Paperone indonesiano, abbia fatto di recente,
ahimè, una full immersion sotto le
due torri, alla corte di Guaraldi… Sia chiaro: anche per me, oltre che per il piagnina Mazzarri, Vucinic servirebbe
assai più di Guarin, ma quel che ai milanesi fa precipitare le baracche fino a
terra, dopo gli anni di vacche grasse morattiane, è certo il sentirsi dire che
ora, senza cedere il miglior fico del bigoncio, e per giunta all’odiata Signora, non ci sono i
mezzi per prendere l’attaccante.
Del resto s’è
sempre saputo che i fucili per funzionare hanno bisogno di polvere da sparo. A
meno che…
Sì, ci sarebbe
sempre il fuciletto antico, quello che non costa nulla, quello dell’allegro indovinello
di mia madre, ma è un’arma che raramente funziona fino a far vincere le battaglie. E’
un indovinello di quelli di una volta, d
qvì šbuché da trèb, ma di facilissima soluzione. Eccolo: A j ò un s-ciuptèñ / int la pòlvar a n spend
quatrèñ / dla munziòñ a n’ò un vêš / am tir int i pì e am ciëp int e’ nêš…
/ [Ho
un fuciletto / nella polvere non spendo un quattrino / delle munizioni ne ho un
vaso / mi tiro nei piedi e mi colpisco nel naso… ] (Il
filese)
Sampdoria - Bologna: 1 - 1
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Inter - Catania : 0 - 0
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