Il
campionato di Bologna e Inter
Commento
del «filese» e vignette di Romano Saccani Vezzani
Vien da dire
proprio così: se i règn pu i avés i dent,
come dicevano i nostri vecchi di fronte a coloro che si sono stupiti nel vedere
nell’anticipo di sabato il Bologna col sedere a terra di fronte ai maramaldi viola.
La grinta manca perché non c’è la forza
di far male, e girarci attorno con le chiacchiere conta assai poco. Bene ha
fatto la tifoseria bolognese a dare una memorabile dimostrazione di
attaccamento ai colori, purtroppo mal rappresentati. I s’à fat néz [ci hanno tumefatto il viso], come ha disegnato il
sagace Romano? Come no…Del resto, per dirla sempre col nostro dialetto, da che
mondo è mondo, e’ tòca pu sèmpar a i
strëz a ‘ndê par aria [sono sempre i deboli a venire sottomessi] e la
disparità di tecnica calcistica è apparsa tale da non potersi neppur vagamente
colmare con la voglia di lottare e soffrire.
Chi ha costruito
questa squadra, purtroppo, andrebbe inseguito, come si faceva un tempo con gli
animali reticenti a rientrare nel serraglio (e anche coi ragazzi più monelli), cun ‘na bachèta d’tamaréš [con un
rametto di tamerice]. E adesso? Rimangono tre partite, Genoa, Catania e Lazio: a que, o balê, o scusêr e’ cul...[o ballare,
o scuotere il sedere, non c’è altra scelta]. Le porte degli inferi si stanno
spalancando.
A San Siro
risultato con gli occhiali in una partita che pare il festival del contropiede.
Praticamente uno di seguito all’altro per novanta minuti. E’ il calcio di oggi,
alla ricerca di spazi altrimenti inesistenti, guidato e mimato spesso in panca
da schizofrenici come Conte e Mazzarri che forse si troverebbero assai più a
loro agio nelle campagne elettorali urlate e veementi tanto di moda. La palla dentro
non ci va, anche grazie ai pali del portierone interista; la partita è comunque
vivace fra due squadre che, vista quella rossoblù nostrana poco prima, pare facciano
parte di un altro lontanissimo pianeta. (Il
filese)
Bologna - Fiorentina 0 - 3
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Inter - Napoli : 0 - 0
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