lunedì 17 gennaio 2011

Un’immagine inedita di Martìñ

Una bella e preziosa foto anni ’20

di Agide Vandini

L’ho avuta dall’amico Luigì d Bigiôla questa bella foto di un tempo remoto, dell’epoca in cui a suo padre Domenico Minghetti (Minghinèñ, 1909-2003) ancora giovanotto fu scattata questa suggestiva istantanea con gli amici.

Siamo a fine anni ’20 del Novecento e lui, Minghinèñ, è il serio ragazzo alla sinistra di chi guarda. Al centro, ancor più pensieroso ed assorto, c’è, nientemeno, il grande Ezio Natali detto Martìn (1908-1936), noto personaggio filese di quegli anni; il terzo giovane al suo fianco, secondo le accurate annotazioni di Minghinèñ nel retro della foto, è certo Montanari Antenore, detto e’ Frarišèñ.

E’ una foto che reputo assai preziosa e che, proprio per questo, ho provveduto a restaurare con estrema pazienza destreggiandomi col photoshop, al fine di eliminarne qua e là i piccoli segni del tempo e dell’usura e di restituirle per quanto possibile l’originaria nitidezza.

Ora, sotto quei tre cappelli di gran foggia, si possono compiutamente osservare in ogni particolare i nostri tre baldi giovani messi in ghingheri e, come si usava allora, in studiata posa davanti ad uno zelante fotografo che immaginiamo tutto indaffarato dietro ad un cavalletto, con la testa infilata sotto il classico telo nero.

Minghinèñ e Martìn tengono fra le dita con studiata nonchalance una sigaretta accesa che forse vorrebbe dare un’idea di raggiunta virilità, anche se, nel caso di Martìn, la sigaretta fumante e la gestualità che ne derivava, rientrava certamente nel personaggio che ci è stato tramandato.

Vien subito in mente, a proposito del grande e geniale filese, un breve passo della descrizione che ne fece, in un meticoloso profilo letterario, il coetaneo Libero Ricci Maccarini: « piccolo di statura, magrolino e patito, tutto naso e bocca, sempre senza un soldo, attento a rapinarti la cicca che poi infilava con l’ago per usurarne l’aspirazione fino a scottarsi le labbra»

Ovviamente il talentuoso Martìn fu molto più di questo, e per sapere chi fu esattamente, conoscere ogni aspetto del personaggio e delle memorie che lo riguardano, soprattutto per leggerne la strabiliante «Parodia dei nasi distinti», bisogna scorrere le pagine che a lui ho dedicato qualche tempo fa in questo blog.

Ne fornisco, qui di seguito e per comodità del lettore, tutti i link occorrenti per l’accesso diretto:

A. Personaggi filesi (2) : Martin (ovvero, Ezio Natali, 1908-1936) di Agide Vandini (7-12-07)

http://filese.blogspot.com/2007/12/personaggi-filesi-2-martin-ezio.html

B. Nasi e nasoni che ci fanno ancora sorridere … di Agide Vandini (14.01.08):

http://filese.blogspot.com/2008/01/nasi-e-nasoni-che-ci-fanno-ancora.html

C. La parodia dei Nasi distinti (Parti I-II-II-IV)(14.01.08):

http://filese.blogspot.com/2008/01/la-parodia-dei-nasi-distinti-i.html

http://filese.blogspot.com/2008/01/la-parodia-dei-nasi-distinti-ii.html

http://filese.blogspot.com/2008/01/la-parodia-dei-nasi-distinti-iii.html

http://filese.blogspot.com/2008/01/la-parodia-dei-nasi-distinti-iv.html

A lui, concittadino-simbolo di quella cultura «popolare» che ebbe a definire «l’espressione di una ricchezza interiore della quale fare dono agli altri», al ragazzo tenero e geniale morto purtroppo di malattia nel ’36, in giovane età ad appena 28 anni, dedicai nel 2002 le mie «Letture filesi» su CD ROM. Scrissi in quella Introduzione che :

« […] al tenero, adorabile ed indimenticato Martin che non ho mai potuto conoscere, ho pensato spesso di compiacere durante il paziente lavoro di raccolta. Alla fine ho finito per immaginarmelo davanti, circondato dal fumo denso delle consuete sigarette «popolari», assorto in queste Letture e completamente in trance come davanti al suo Meazza. Me lo sono visto alzarsi lentamente, sorridente di fronte a tanta ricchezza, allargare lo sguardo tutt’intorno e poi concedersi finalmente, lui tanto umile e generoso, un dolce sospiro di legittimo orgoglio».

Un sentito e rinnovato «grazie», perciò, al donatore ed amico Luigi Minghetti. L’immagine fortunatamente ritrovata di un Martĩn a tutto tondo, che ora prende di diritto il suo posto nell’«Irôla», corrisponde davvero in pieno alle descrizioni dei contemporanei e, devo dire, all’idea che, tutto sommato, mi sono sempre fatto di lui.

Ciao Martìn, ciao Ezio. I filesi ti ricordano ancora.


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