Col naso dell’Irie e
ma con la loro bellezza e leggiadria
sapranno fare onore alla Compagnia.
Francesco, un sì bel naso a voi presenterà
che tanto onore e gloria si guadagnerà.
Entra poi Sacrato in scena, l’oriundo veneziano
mostra di sé vuol fare e del naso suo sovrano.
Col naso dell’Irie e
Francesco un sì bel naso ... Si tratta di Francesco Veduti (1907-1980), papà di Bruno (Scurza). Comincia ad aleggiare la bonaria ed amichevole ironia di Martin che qui vuole certamente rimarcare il carattere mite e schivo del personaggio, in chiara antitesi con quello ben più prorompente che lo seguirà.
Entra Sacrato in scena ... Chi entra in scena prepotentemente è Sacrato Sante (1871-1944), uomo, all’epoca in cui fu scritta la “parodia”, a cavallo della sessantina, nonno di Mario Sacrato, nonché dei fratelli Osvaldo (Biedla) e Stenio. La fotografia che ce lo ricorda non è molto nitida, ma Sacrato, che proveniva da Ciniselli di Rovigo, doveva essere uomo piuttosto distinto nonché solenne di modi. Soprattutto pareva dotato, al di sopra di un balcone di curatissimi baffoni spessi e spioventi, di un naso di stampo signorile e di dimensioni altrettanto rispettabili.
Nelle foto, nell’ordine: Irie Barabani, Domenica Mercatelli (Minghina), Francesco Veduti, Sante Sacrato
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