venerdì 4 giugno 2021

Il dialetto di Filo fra i «Dialetti Romagnoli»

 Un Quaderno dell’Irôla dedicato all’opera di Daniele Vitali e Davide Pioggia

di Agide Vandini



 

 

Sette anni dopo la pubblicazione del libro Dialetti Romagnoli, opera di due apprezzati linguisti come Daniele Vitali e Davide Pioggia (Villa Verucchio, Pazzini Editore, 2014), non è purtroppo infrequente sentire ancora qualcuno, per lo più di area ravennate, sollevare dubbi circa l’appartenenza della parlata filese autoctona alla grande famiglia dei dialetti romagnoli.

Credo perciò valga la pena diffondere e far conoscere ad un pubblico più largo le pagine dedicate al nostro idioma dai due valenti studiosi che, con adeguato rigore scientifico lo hanno inserito fra i «dialetti romagnoli»[1]. Il loro corposo e qualificato lavoro, a parer mio, è in grado di togliere ogni dubbio anche agli opinionisti più chiusi e reticenti.

Si sa, del resto, quanto la definizione stessa di «regione romagnola», data l’affinità culturale di estese zone limitrofe alle tre classiche province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, porti ad interminabili ed a volte stucchevoli discussioni, soprattutto in tempi in cui il movimento autonomista sembra puntare a perentori confini geografici a cui circoscrivere una sognata (e non si sa quanto condivisa) Autonomia da Bologna e dall’«Emilia».


E’ invece piuttosto diffusa, direi su scala nazionale, l’dea che, a prescindere dalle diverse appartenenze «amministrative», l’area «culturale» romagnola sia per lingua, usi, storia, folclore e tradizioni, assai più vasta di quella che si intenderebbe rendere autonoma da Bologna. In questo senso, ad esempio, va citato il bell’articolo di Tino Mantarro, in rete nel sito del Touring Club Italiano, di cui riporto a fianco l’annessa mappa delle «Genti di Romagna»[2].

E’ anche risaputo, forse da tempi immemorabili, quanto ogni angolo del territorio ex pontificio sia venato di narcisismo, al punto da indurre ogni piazza a fantasticare una «Romagna» costruita attorno a sé, modellandola, a suon di esclusioni, come il cortile di casa propria. Va gustato in proposito il simpaticissimo e calzante «Monologo sulla Romagna» del grande Ivano Marescotti, di cui riporto il link per chi voglia farsi quattro risate sul tema: https://www.youtube.com/watch?v=6hKN6II-Tdc .

Sulla vocazione romagnola della nostra terra, ossia dell’area in parte ravennate fra le ex Valli di Comacchio ed il nuovo corso del Primaro (ora Reno), la lunga striscia rivierasca un tempo chiamata per l’appunto «Riviera di Filo» con una storia comune a tutta la Romagna estense fino all’Unità d’Italia, ho già dedicato importanti pagine del blog, facendone colonna portante dei miei scritti fin dal 1994[3]. Cito per tutte la dissertazione storico - letteraria dell’aprile 2008 dal titolo  «Romagna», «Romagnola» e confine settentrionale pubblicata e tuttora presente sull’«Irôla» (http://filese.blogspot.com/2008/04/romagna-romagnola-e-confine.html ).

Tenuto conto dell’importanza ricoperta dal dialetto autoctono sull’argomento, va perciò particolarmente apprezzata e tenuta in evidenza la profondità di analisi offerta da Daniele Vitali e Davide Pioggia, studiosi che ho avuto il piacere di conoscere di persona. A suo tempo ho avuto modo di apprezzare la serietà dell’approccio e l’ammirevole professionalità messa in campo, fornendo loro notizie essenziali e contatti, prestandomi ad alcune registrazioni audio alla base delle loro valutazioni.

La ricerca e l’analisi dei due autori ha in definitiva risolto adeguatamente ogni questione, riservando a questa area periferica romagnola ogni necessaria attenzione senza pregiudizio alcuno, fino a definirne storia ed identità linguistica, appartenenza e caratteristiche dialettali sotto ogni aspetto fonetico e morfologico.

Nell’opera Dialetti Romagnoli, un intero paragrafo di dieci pagine (par, 31, pp. 138-147) è stato così dedicato al «dialetto di Filo», pagine che offrono una compiuta analisi glottologica di straordinaria importanza per il territorio, come del resto per tutta l’area circostante, un patrimonio indubbiamente prezioso che va conosciuto e studiato, in particolare dagli amanti del dialetto romagnolo e di tutta la cultura popolare ad esso collegata.

 

°°°


Unisco a questo articolo-annuncio l’immagine delle prime righe introduttive della trattazione di Vitali e Pioggia. Tutto il paragrafo che ci riguarda (pp. 138-147), con annesse le trascrizioni dialettali della novellina esopica «Il Vento e il Sole» nelle versioni filesi, sia «autoctona», sia «basso-romagnola» (pp. 214-215), è contenuto nel Quaderno dell’«Irôla»  n. 17, scaricabile e stampabile gratuitamente a questo link:

 https://drive.google.com/file/d/13iE4Wy8xTujpFIr5-XKdHUEbf0ssFZbQ/view?usp=sharing

 

 

 

 



[1] Il paragrafo «Il dialetto di Filo» è accuratamente inserito nella Parte seconda – Note sui dialetti romagnoli ove il nostro idioma è classificato «di transizione fra il sottogruppo RF [Romagna ravennate- forlivese]» e quello di «Romagna nord-occidentale un po’ a sé» di Massa Lombarda e Conselice (v. p 206). Per inciso, al dialetto argentano il volume riserva apposito e dettagliato paragrafo nella Parte Terza dedicata agli «Altri dialetti».

[2] Compagni di viaggio: Genti di Romagna, da Fellini ad Artusi di Tino Mantarro, Touring Club Italiano, 2017: https://www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/compagni-di-viaggio-genti-di-romagna-da-fellini-ad-artusi/immagine/4/i-confini-della-romagna

[3] Si veda in proposito Agide Vandini, Gente Semplice, Faenza, Edit, 1994.

Nessun commento: