giovedì 10 giugno 2021

Fornaciai filesi Anni ‘50

 

Una foto una storia

di Agide Vandini

 



E’ una foto rinvenuta qualche anno fa da Bruno Folletti (Falco) su di una pubblicazione del 1996. La didascalia riportata a fianco recitava: «Qui accanto foto di gruppo di lavoratori della Terra e Lavoro (oggi Coop Costruttori) nel piazzale della fornace del Molino di Filo».

Sulla base di alcune annotazioni a tergo della foto in possesso di Savio Soffiatti e con l’aiuto degli amici di Facebook (Gruppo «Sei di Filo se…»), pur con qualche attribuzione controversa si sono potute identificare le persone ritratte nella caratteristica foto, scattata negli anni ’50 in una occasione particolare e festosa. 

Cominciamo dall’alto.

 I tre seduti sulla catasta di laterizi sono: Môgan (Gilberto Pavani, papà di Lucio),  Otello Coatti e zio Pipĕñ (Toschi Giuseppe, papà di Rita) che ha la sigaretta in bocca. Sotto di loro la Bérta (Alberta Baldini) ha un braccio sul collo della Gigìna ‘d Fašôl (Luigia Coatti, mamma di Ivo Guerrini).

Il primo in piedi da sinistra è Buslòñ (Gaetano Leoni), uomo che viveva in fornace ed era addetto all’ululante sirena; al suo fianco la sorridente Vivilla Mezzoli alza il fiasco verso Diana Guerrini che ha qualcosa fra le mani. Dietro di loro Giuliana Geminiani (‘d Pissini) col volto semicoperto dal bicchiere.

A fianco di Diana ridono di gusto la Dàna ‘d Bisĕñ(Loredana Forlani), mamma di Giampiero Coatti, Aldina Cassani e Luisa Montanari. Dietro le tre donne ci sono: Luciani detto Bàcco, Gino ‘d Flĕp, papà di Gabriele e Livio Mingazzini, poi Silàia (Silvano Coatti). Alla destra di quest’ultimo, si prodiga col fiasco in mano Pépi (Xella Giuseppe) offrendo da bere a Buràt (in ombra). Chiude la fila Lèbar (Libero Soffiatti).

Gli accosciati sono: L’Umèt (Lino Gregori), poi Wanda Brusi che riempie il bicchiere alla vicina Tonina Gherardi. Seguono Vivilla Squarzoni e Lucia ‘d Fròñ che ha il fazzoletto in testa.

Infine i quattro uomini sulla destra sono: Gióni (Giorgio Brusi), Luzio (Luciano Natali, ospite occasionale), Padlöt (Luigi Soffiatti, papà di Savio) e, più arretrato, Tàvio (Ottavio Zagatti), papà di Chécco, Pina, Vanna e Paolo. 

Ringrazio gli amici, Savio e Lucio Pavani in particolare, per l’aiuto prestato. Ora i filesi possono aggiungere questa foto coi volti dei nostri fornaciai «storici», al grande album dei ricordi più belli.


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