venerdì 21 maggio 2021

Visita scolastica alla vecchia fornace. Molino di Filo, anno 1961

Un Quaderno dell’Irôla dedicato alla Mostra fotografica del 2007

di Agide Vandini

 

 

Nel luglio del 2007, nell’ambito di “Filo è festa”, curai assieme ai miei familiari Diana e Giovanni, questa  rassegna di fotografie dedicata alla vecchia fornace del Molino di Filo e ad un prezioso reportage scolastico di mezzo secolo fa.

Lo stabilimento, come sappiamo, dopo gli anni ‘60 fu notevolmente modificato per ammodernamenti e finì  per essere totalmente abbattuto e ricostruito un paio di decenni dopo.

Il “corpo” della mostra era in pratica fornito da un album fotografico raccolto nel lontano 1961 dalle nostre scuole elementari e gelosamente conservato dalla famiglia del maestro Ezechia Vistoli.

Erano foto scattate dagli alunni e dal loro insegnante con una modesta Komet II, una macchinetta a quei tempi assai popolare. Le immagini, non sempre nitide, erano poi state corredate dai ragazzi di note, nonché di interessanti impressioni suscitate dall’ampio «mondo del mattone».

Una simile preziosa serie di testimonianze del passato, consigliò, ai fini della rassegna, la trascrizione tal quale di testi e didascalie, con pochissime integrazioni; vi si apportarono appena una necessaria introduzione ed un commento finale, con l’aggiunta di qualche ulteriore immagine d’epoca. 

Oggi, come 14 anni fa, quella rassegna di foto e di testi permette la piacevole rivisitazione del vecchio stabilimento, prima che fosse cancellato dal progresso e dalle nuove tecnologie. Scorrendo le pagine dell’album colpiscono in particolare alcuni aspetti di quella ricerca scolastica: l’accuratezza della visita, la completezza del racconto per immagini, il lodevole intento educativo del maestro, l’attenzione al territorio, la diligenza e lo spiccato interesse dei ragazzi verso il complesso ciclo produttivo, le puntuali annotazioni che riflettevano, con sincerità e realismo, le condizioni di vita e di lavoro del tempo.

Ricordo con piacere la grande emozione suscitata dalla mostra del 2007 negli anziani fornaciai incuriositi dall’inattesa rassegna.

Nel rivivere le immagini di tanti anni prima, nel rivedere, così com’era, l'antica fabbrica basata su processi in gran parte  manuali, sotto il tendone della mostra fluiva immediato e spontaneo in molti anziani il ricordo delle loro fatiche, della grande cura, attenzione e forza fisica che all’epoca veniva loro richiesta in ogni reparto.

Quanta emozione…

Assieme agli occhi sfavillanti di vecchi fuochisti, carrelliste, lavoranti e scariolanti,  al fluire sempre più fitto di aneddoti e ricordi lontani, nei giorni della mostra pareva riecheggiare di nuovo il «su e giù» dei cigolanti carretti colmi d'argilla e riprendere vita modesti e rudimentali attrezzi, i visi ed i sorrisi dei compagni di lavoro di un tempo, gran parte dei quali già lasciati per strada.

A tratti, dietro le pareti dei pannelli, pareva udirsi ancora il sibilo prolungato della sirena, quel suono deciso e quasi solenne disperso nel tempo, eppure ancora tanto presente nel cuore dei filesi. Quell’ululato così caratteristico, negli anni del dopoguerra, ci raggiungeva più volte al giorno in ogni borgata sparsa del paese, intenso e inesorabile,  e scandiva pressoché in ogni casa i ritmi di vita degli abitanti.

Era un grande orologio, insomma, con lancette sonore che regolavano tempi ed abitudini di ognuno di noi. A mezzodì e al tramonto, la sirena dla furnéša pareva avere note persino festose nell’annunciare il desiderato ritorno a casa di un nostro familiare, sia pure per una breve e fuggevole pausa, o per qualche ora di meritato riposo.

 

Credo e mi auguro che le immagini di questa mostra, a mezzo secolo di distanza dalla meritevole visita dei ragazzi di «Zachìa», possano risultare ancora gradite a coloro che hanno a cuore luoghi, persone, simboli della nostra memoria e quel grande patrimonio di valori ed esperienze di cui sono testimonianza.

Come per tutti i Quaderni dell’Irôla pubblicati in precedenza, la visualizzazione ed anche il download del file sono di libero accesso, sicché, chi lo desidera, può stampare, fascicolare e conservare su carta ed a proprio piacimento, tutta la preziosa Mostra[1].

 

Il link per l’accesso al nuovo file.pdf  è il seguente:

 https://drive.google.com/file/d/1McG0lj11pWKOmmVnTHof1cdvoWYdJyt8/view?usp=sharing



 



[1] A commento della Mostra 2007 è presente sul blog (settembre 2007), il mio articolo a suo tempo scritto per Gentes-Alfonsine, suppl. mens."sabato sera" Bassa Romagna n. 10, settembre 2007, p. 20.


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