Anno 1993, fra Natura e Memoria
di Giovanni Pulini
Pubblico con estremo piacere questo breve racconto che
Giovanni, ex partigiano, filese da anni residente a Bologna, ha scritto per il
blog.
Nell'occasione debbo purtroppo annunciare la triste perdita,
avvenuta in queste ore, dell'amico Ottavio Lazzari (detto Cencio): l'ultimo
partigiano filese (e associato all'ANPI locale) che era ancora in vita, cui
dedicai un anno fa un articolo-intervista, tuttora fruibile sull'Irôla.
Appena due giorni fa, il 14 aprile, ricorreva
il 70° della Liberazione di Filo cui partecipò giovanissimo militando
nella Brigata Garibaldi, la 36bis «Mario
Babini», che operò sotto il comando di Antonio Meluschi.
Domani 17 Aprile (ore 15) l'estremo addio al caro Cencio
(a.v.).
°°°
Quando ti senti addosso il traguardo della vita, la mente spazia nel passato scavando nei ricordi anche di poco conto.
A volte, nella
solitudine che mi caratterizza, affiorano alla mente momenti ed episodi che mi
piace raccontare, come quello della memorabile «Maratona» del 1993 che ricorre spesso
nei miei pensieri.
Ero già
pensionato negli anni 80, e a
quell’epoca trascorrevo l’intera estate in una località marittima: Punta Marina
Terme. Nel paese avevo un amico, Giulio, conosciuto in tempo di guerra e,
tramite lui, mi era facile socializzare con molta gente del luogo.
Le passeggiate
nella pineta al mattino presto erano il mio passatempo preferito.
La pineta, alle
prime luci dell’alba, mi conquistava per i suoi intensi profumi del sottobosco,
della resina, del Calicantus la cui
fragranza tanto intensa si estendeva per tutta la pineta; sembrava che la
natura avesse messo in sintonia tutti questi profumi con il “fischiettio” degli
uccelli. Alle prime luci del giorno il
cinguettio ed i profumi si fondevano, e l’usignolo, con il suo canto, fungeva
da direttore dell’orchestra che la natura gli metteva a disposizione. I
sentieri diventavano serpeggianti per lasciare spazio ai rovi che la facevano
da padrone.
Con sorpresa si
potevano incontrare altre persone che, come me, rimanevano affascinate dal
paesaggio e dagli odori di un luogo incantato e magico. Eravamo sempre gli
stessi ad augurarci il buongiorno, a raccontarci con piacere i nostri reciproci
passati, esperienze che quasi sempre, si assomigliavano un po’. Ci accomunava
il piacere di percorrere sentieri senza inquinamento.
Il Dottor
Pirazzini, che faceva parte del gruppo di indomiti camminatori, propose un bel
giorno di organizzare una vera «Maratona» tutta per noi. L’idea ci conquistò e
si stabilirono delle regole: solo gli ultrasessantenni potevano partecipare ad
un percorso che non avrebbe dovuto essere inferiore ai 43 chilometri.
Il giorno
successivo, al Bagno Pelo, si continuò la messa a punto dell’impresa e si
decise che il percorso: da Punta Marina a Filo, utilizzando solo sentieri, quei
sentieri che fin da ragazzo avevo conosciuto bene e che tante volte avevo
percorso durante la guerra e la mia militanza partigiana. Due vetture, guidate
da Giulio e dal Dottor Pirazzini, ci avrebbero seguito e riportati al punto di
partenza.
Il territorio da Punta Marina a Filo
Il 20 luglio
1993 fu la data prestabilita per la nostra «Maratona».
Nelle automobili
vennero caricate dieci bottiglie di un noto integratore salino, molto
reclamizzato all’epoca, una ventina di “rosette” e 500 grammi di mortadella,
oltre, naturalmente, ad un canestro di disinfettante, bende per fasciare
eventuali ferite e cerotti.
Il primo
contatto fra noi maratoneti e le auto fu fissato al traghetto di Sant’Alberto.
Percorremmo
sentieri di campagna nella Valle del Lamone, zona a me poco conosciuta, ma dove
erano ancora ben visibili i segni lasciati dalla guerra: cippi e lapidi
ricordavano ragazzi uccisi dai fascisti e dai Tedeschi, ragazzi colpevoli
soltanto di aver combattuto per la Libertà a la Democrazia.
Raggiungemmo
Sant’Alberto ed il traghetto ci portò sull’altra sponda del fiume Reno: si
apriva ai nostri occhi la Valle di Comacchio nella sua vastità e una lingua di
terra, Bosco Forte, si estendeva per un chilometro circa coperta di cespugli di
tamerici color verde argentato, e di alberelli di acacia di colore verde scuro.
Là, sulla punta di questo tappeto verde, spuntava una casa di caccia e davanti
ad essa un basso pilastro era stato eretto alla memoria dei caduti per la
Libertà.
Sulla nostra
sinistra scorgemmo un branco di fenicotteri che nei fondali bassi cercavano
nutrimento: uno spettacolo da sogno!
Dopo qualche
scambio di battute riprendemmo il cammino accordandoci con gli autisti: il
successivo contatto sarebbe avvenuto a Madonna dei Boschi.
Ci rimettemmo in viaggio sul sentiero in cima
all’argine e poco più avanti un grande cippo ricordava il sacrificio di morti
ammazzati dai Tedeschi, due di loro li avevo conosciuti.
Il riaffacciarsi
di un vissuto ancora così vivo nella mia memoria, nonostante i molti anni
trascorsi, riportava i miei sensi indietro nel tempo: provavo di nuovo, in quel
momento, angoscia, apprensione, timore di una rappresaglia incombente, proprio
come cinquant’anni prima! Quel percorso, e quei luoghi un tempo familiari, mi facevano
dunque rivivere ricordi angosciosi e mai cancellati.
Finalmente arrivammo
a Madonna dei Boschi, lì ci rifocillammo, qualcuno si fece medicare i piedi,
mangiammo qualche panino e ripartimmo alla volta della meta stabilita: Filo, il
mio paese.
Raggiungemmo la
nostra ultima destinazione sfiniti, ma ce l’avevamo fatta!
Quando tornammo
a Punta Marina fummo festeggiati da tutti i presenti al Bagno Pelo ed il
titolare del ristorante ci offrì il pranzo.
Personalmente ho
sempre ritenuto questa singolare «maratona» un’esperienza soddisfacente, anche
se ha presentato due aspetti molto diversi fra loro: da un lato la pineta mi ha
avvicinato ad un luogo incontaminato e magico, dall’altro il percorso lungo
l’argine del fiume mi ha rinnovato tanta angoscia e sofferenza.
(Giovanni Pulini, 8 Aprile 2015).
1 commento:
Caro Giovanni, mi complimento con te e scusa,il "tu" forse troppo confidenziale per il bel racconto che cosi'sapientemente ci hai raccontato. La gogliardica maratona ,per te si e' trasformata in una specie di VIA CRUCIS.Hai camminato fra presente e passato e la tua mente ha [ha lavorato parecchio].Un caro saluto .
pippi
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