Il pranzo, la festa, la giornata del ricordo
di Agide Vandini
E’ stata un successo
la giornata organizzata dall’ANPI di Filo, nella ricorrenza del 70° della
Liberazione del paese avvenuta il 14 Aprile 1945. La collaborazione coi
volontari di Villa Vittoria e le preziose capacità organizzative della segretaria
Agnese Brunelli hanno permesso di radunare tanta gente. Presenze numerose e
qualificate che hanno potuto gustare i tradizionali piatti della nostra
cucina e ritrovarsi assieme, nel ricordo di un giorno tanto importante della
nostra storia.
Il pomeriggio
è poi trascorso in compagnia delle belle canzoni proposte dal Gruppo “Controcanto
Popolare” composto da amici dell’ANPI Brisighella cui ci legano sentimenti
particolari, nel ricordo dei nostri combattenti partigiani in quel
territorio.
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E’ stata anche
l’occasione per rendere un doveroso omaggio ai partigiani filesi che
combatterono qui, fra le Valli ed il fiume, per la Libertà e la Democrazia.
A nome di tutti loro, abbiamo pensato di rilasciare due speciali pergamene. La prima a Giovanni Pulini, associato all’ANPI di Bologna, partigiano operante nella zona di Longastrino-Madonna Boschi, filese trasferitosi nel capoluogo regionale nel dopoguerra, autore di preziosi testi e testimonianze scritte, che nell’occasione ha fatto dono alla nostra sezione di un esemplare originale del minaccioso proclama Graziani emesso dalla Repubblica di Salò.
A nome di tutti loro, abbiamo pensato di rilasciare due speciali pergamene. La prima a Giovanni Pulini, associato all’ANPI di Bologna, partigiano operante nella zona di Longastrino-Madonna Boschi, filese trasferitosi nel capoluogo regionale nel dopoguerra, autore di preziosi testi e testimonianze scritte, che nell’occasione ha fatto dono alla nostra sezione di un esemplare originale del minaccioso proclama Graziani emesso dalla Repubblica di Salò.
Le parole di
Giovanni, lette nell’occasione dalla figlia Vanna, le riporto nel riquadro a
lui dedicato.
La seconda pergamena
è stata dedicata ad Ottavio Lazzari, ultimo nostro associato partigiano a
lasciarci proprio la settimana scorsa. «Cencio», che ho intervistato per il
blog un anno fa, era – non tutti lo sanno - nipote di Vincenzo Antonellini,
martire antifascista, ucciso di botte nel 1922. L’attestato è stato consegnato «alla
memoria» nelle mani della emozionatissima nipote Eleonora (vedi foto) ancora
provata dal dolore e dalla commozione per la recentissima perdita.
Il ricordo di
Ottavio e di tutti i suoi compagni di lotta nelle Brigata Garibaldi è perciò ben
vivo e non ci abbandonerà mai. Così come la gratitudine per quanto hanno fatto
per noi, per la nostra dignità e Libertà.
A FILO, NEL 2015, DOPO SETTANTA ANNI
Innanzi tutto voglio ringraziare tutti
coloro che si sono adoperati per organizzare questa piacevole giornata di
festa. Un ringraziamento va a chi ha pensato di invitare anche me: è come se
ritornassi a casa dalla tragedia della guerra, dopo 70 anni.
In questi giorni, settanta anni fa, a
Filo e nelle campagne si raccoglievano i morti in quanto i Tedeschi, nel
ritirarsi, avevano lasciato terra
bruciata disseminando mine in luoghi affatto strategici, ma al solo scopo di
colpire la gente del paese che, sollevandosi contro di loro, li aveva
umiliati. I Tedeschi, nel loro disordinato ripiegamento, incalzati
dall’Esercito dell’ottava armata, dai partigiani e da tutto il paese, avevano
piazzato esplosivo alle porte delle abitazioni e dentro gli armadi delle stesse
provocando la morte di tutti coloro che rientravano nelle loro case: la gente
saltava per aria insieme alle porte e agli armadi!
I filesi devono essere orgogliosi per
la loro opposizione al regime fascista, opposizione nata nei giorni in cui il
fascismo stesso nasceva. Filo ha il diritto di andare fiero di un’attività
clandestina alla quale tutti, uomini e donne, parteciparono con astuzia e
decisione. Un plauso particolare va al contributo dato dalle donne che in
tanti modi hanno collaborato. Mi riferisco in particolare alle donne che
nell’inverno 1944/45, nelle stalle,
sferruzzavano matasse di lana per ricavarne calze, maglie,
passamontagna e quant’altro fosse possibile per i partigiani che,
acquartierati nelle valli, combattevano pagando un prezzo altissimo in morti:
hanno combattuto per la Democrazia e la Libertà di tutti, anche di quelli che
erano dalla parte opposta.
Vorrei raccontare una mia personale
esperienza
Nel marzo del 1944, un bando, come quello che si vede qui,
includeva anche il mio periodo di nascita: io mi diedi latitante, scappai di
casa e mi stabilii presso una famiglia ad una ventina di chilometri da Filo.
Mi sfamavo grazie alla generosità della gente, dormivo nei fossi o sotto i
ponti dei canali, mi coprivo con una coperta datami da un’anziana donna….ho
visto tanta generosità senza aver mai chiesto nulla. Dopo qualche mese, con
altri, cominciai a fare azioni di guerra.
Voglio concludere rivolgendomi ai
giovani: non guastate questo patrimonio che i vostri nonni vi hanno
consegnato.
La Democrazia non è mai data per
scontata e per questo motivo va difesa! (Giovanni
Pulini, Filo, 19 aprile 2015)
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