Il campionato di Bologna e Inter
Nelle vignette di Romano Saccani
Vezzani
Ricomincia il campionato quando ancora non è finito
il calcio mercato e le squadre sono (si spera) in via di completamento.
L’Inter riesce a prendere il sopravvento sul Genoa
dopo che nel primo tempo le due squadre si sono affrontate a suon di moderno
“catenaccio”. I nerazzurri di Mazzarri con l’8-2 (solo Alvarez e Palacio
davanti alla linea della palla); i rossoblu genoani rispondono con un 9-1 e
tengono in avanti il solo Gilardino. Il tutto è condito da uno spostarsi di
continuo dei giocatori difensivi (ovvero quasi tutti) in modo da togliere spazi
di inserimento e sperare nel contropiede. E’ il tipico gioco delle provinciali
che tanto piace agli allenatori italiani: una sfida all’ultimo spazio, una
partita a scacchi dove l’ultima preoccupazione ovviamente è il gioco, lo
spettacolo, il gol. E il gol arriva poi nel secondo tempo, quando le squadre
cominciano ad allungarsi un po’, frutto di una deviazione estemporanea e
fortunata. L’Inter del secondo tempo comunque fa intravedere qualcosa (Alvarez
e Kovacic soprattutto), insomma, se ci si accontenta, la squadra c’è…
Non c’è invece il Bologna sgangherato di Napoli che
dà l’impressione, appena sceso in campo, del pugile che sa fin troppo bene che
finirà K.O. Si tratta solo di capire in quale ripresa e se potrà rialzarsi al
primo conteggio, oppure no. Pioli insiste in un 4-2-3-1, a specchio con lo
squadrone napoletano, un modulo assolutamente irrealistico che non consente ai
rossoblù di contrastare gli avversari, né a metà campo, né sugli esterni. Finisce tre a zero, neanche male, con due gol
annullati e un palo clamoroso dei partenopei.
Poteva andare peggio.
Tutto sommato, ahimè, è l’inizio di campionato che
si temeva per una squadra espressione di una società assillata dai problemi di
bilancio, priva dei mezzi necessari per una qualche programmazione a medio
termine e per puntare a livelli di dignitosa serie A. Chi ha un minimo di
ambizione se ne va verso altri lidi, chi è mediocre resta e non se ne va
neppure a cannonate. E’ l’atteggiamento di chi sa di avere più forza di una
società derelitta, senza una struttura tecnico-sportiva adeguata e che al
momento è guidata da dirigenti che fanno della sopravvivenza
economico-finanziaria la loro unica ragione di essere e di esistere. In questo
scenario, a meno di clamorose sorprese in chiusura di mercato, sorprende la
permanenza di Diamanti, rimasto ovviamente una volta capito che dal mercato non
se ne ricavano dollari a gogo… Un diadema di Diamanti, insomma, per il vecchio
Bologna, un gioiello che però, allo stato attuale, rimane ad ornamento di una
dama assai poco attraente.
Parafrasando Cecco Angiolieri, la donzella in
rossoblù, più che giovane e leggiadra, a Napoli è parsa una di quelle vecchie e
laide che noi tifosi “lasseremmo” volentieri altrui… (Il
filese)
Napoli – Bologna 3 - 0 |
Inter – Genoa 2- 0 |
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