martedì 5 febbraio 2008

Due canti popolari quasi dimenticati

di Agide Vandini

In questa irôla virtuale, mi pare debbano trovare un po’ di spazio i testi di certi canti popolari minori, inediti o poco noti, la cui conoscenza era un tempo piuttosto diffusa fra la gente, canti che nell’era dei gingilli elettronici, della tecnoclogia e della cultura globalizzata, sono passati, purtroppo, nel più oscuro dimenticatoio.

Il canto popolare, espressione di cultura delle classi subalterne, fu buon testimone di sentimenti e realtà legate alle culture regionali e sottoregionali ed a quella civiltà prevalentemente agricola che caratterizzò il nostro paese prima che iniziasse il processo di industrializzazione.

Di questi canti me ne sono venuti in mente un paio, certamente minori nel contesto regionale, canti che negli anni ‘50 ho cantato da ragazzo nei cori improvvisati in colonia nelle lunghe passeggiate al mare o in montagna, oppure seduto in corriera durante le gite scolastiche, occasioni peraltro in cui il canto di gruppo risultava in genere assai gratificante, poiché leniva la noia dei trasferimenti ed al tempo stesso calamitava su di esso tutta l’energia e l’esuberanza adolescenziale.

Era tutto sommato coinvolgente intonare assieme ai compagni queste facili e suggestive strofe che si portavano dietro magica allegria e spensieratezza e ci facevano sentire orgogliosamente parte attiva di un gruppo organizzato. Il primo canto «In mezzo al pra’» è un testo quasi interamente dialettale e questo mi pare renda la sua adeguata conservazione ancora più importante. Entrambi i motivi comunque, da allora, non mi è più capitato di sentirli.

Eccovi dunque i due canti, tracce preziose e testimonianze di una cultura popolare sopravvissuta un po’ di più in zone di civiltà contadina come la nostra, in un’area ancora tagliata fuori dai processi di marcata industrializzazione. Poi però, anche qui, è arrivata la televisione...

1. IN MEZZO AL PRA’

Là in mezzo al pra’ induvina cus ch'u j éra (2 volte)

U j éra l’albero, e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Atach a l’albero induvina cus ch’u j éra (2 volte)

U j éra i rëm, i rëm atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Atach a i rëm induvìna cus ch'u j éra (2 volte)

U j éra i bróch, i brŏch atach a i rëm,

i rëm atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Atach a i brŏch induvina cus ch’u j éra

(2 volte)

U j éra al foj, al foj atach i brŏch,

i brŏch atach a i rëm,

i rëm atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Atach al foj induvina cus ch'u j éra (2 volte)

U j éra i nid, e’ nid atach al foj,

al foj atach i bróch,

i bróch atach a i rëm,

i rem atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Dentr int i nid induvina cus ch'u j éra (2 volte)

U j éra agli uv, agli uv dentr int i nid,

i nid atach al foj,

al foj atach i brŏch,

i brŏch atach a i rëm,

i rëm atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Atach agli uv induvina cus ch’u j éra (2 volte)

U j éra al piŏm, al piŏm atach agli uv,

agli uv dentr int i nid,

i nid atach al foj,

al foj atach i brŏch,

i brŏch atach a i rëm,

i rëm atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Atach al piŏm induvina cus ch’u j éra (2 volte)

U j éra al pen, al pen atach al piŏm,

al piŏm atach agli uv,

agli uv dentr int i nid,

i nid atach al foj,

al foj atach i brŏch,

i brŏch atach a i rëm,

i rëm atach a l’albero

e l’albero piantato in mezzo al pra'.

Traduzione della strofa completa: Attaccato alle piume indovina cosa c’era / C’eran le penne, le penne attaccate alle piume / le piume attaccate alle uova, le uova dentro ai nidi, i nidi attaccati alle foglie, le foglie attaccate ai rametti, i rametti attaccati ai rami, i rami attaccati all’albero e l’albero piantato in mezzo al prato.

2. VOGLIAM VEDERE IL BOSCO

Vogliam vedere il boscožighin

Vogliam vedere il boscožigon

Vogliam vedere il bosco la bëla bajon žighin žigon e ciumbalalà

Vogliam vedere il bosco...

( nelle altre strofe si sostituisce il testo non in corsivo con:)

Nel bosco c’è la legna...

Il fuoco l’ha bruciata...

Vogliam vedere il fuoco...

L’acqua l’ha spento...

Vogliam vedere l’acqua...

Il bue l’ha bevuta...

Vogliam vedere il bue...

L’uomo l’ha mangiato...

Vogliam vedere l’uomo...

La morte l’ha ucciso...

Vogliam veder la morte...

La morte non si vede ...

8 commenti:

paolo.genco50 ha detto...

Grazie, assieme a mia moglie cercavamo, per cantarla con mio nipote, "Vogliam vedere il bosco...". Così abbiamo scoperto anche che Filo e Monghidoro (dove mia moglie è nata e cresciuta) hanno qialcosa in comune.
Cordiali saluti
Paolo Genco - Bologna

Unknown ha detto...

Grazie!!! Da bambina mio padre mi cantava spesso "vogliam vedere il bosco" e oggi mi è venuto in mente di cercarla..
Alessia da Ravenna

Unknown ha detto...

Mia nonna era di portico di Romagna e me la cantava da bambino... Ciao grazie..

Anonimo ha detto...

Anche a Barbiano! Non so come mai ma oggi mi è venuta in mente.. grazie!

barabos ha detto...

Non so come mai questa sera mi è venuta in mente il ritornello …zignin zigon e ciumbalala… e allora cerco su Internet e …
Grazie mille
Roberto da Bologna

Anonimo ha detto...

Vogliamo vedere il bosco mia nonna me la cantava da bambina, lei era nata a Bologna a porta Mazzini

Anonimo ha detto...

Anch'io qualche anno fa la cantavo alla mia nipotina Sofia

Anonimo ha detto...

Per una questione sillabica, al posto di "spento" io canto a mia nipote "domato" e al posto di "ucciso", "ammazzato": suona meglio!
Grazie, Andrea (con nonni della montagna boognese)