La bella storia di Cianì, gelataio filese
di Beniamino Carlotti e Agide Vandini
Passano le stagioni, ma il nostro Cianì è sempre sulla breccia coi suoi mitici gelati che da alcuni anni deliziano il palato degli argentani. Per rendere omaggio a un personaggio di notevole rilievo paesano come lui, Beniamino è andato ad intervistarlo in questi giorni. |
Cianì, ancora una stagione da gelataio, raccontaci un po’ di te.
Mi chiamo Luciano Salvatori e sono figlio di Fernando (detto Ramo) e Maddalena Bolognesi. Sono nato a Filo il 28.12.1931. Ho cominciato a lavorare all’età di circa 12 anni, in piena guerra, da apprendista-garzone nella bottega del barbiere Nello Bonora, a Case Selvatiche. Il “salone” era una baracca di legno posta sotto un enorme gelso bianco (fra le attuali case Dalle Vacche e Tebaldi), proprio come quello antico che ancora oggi svetta dall’altra parte della strada. Era una bottega che, cosa assai rara per l’epoca, serviva indifferentemente clientela maschile e femminile. Eravamo veri e propri antesignani dei parrucchieri unisex, anche se a dire la verità la clientela femminile era decisamente scarsa.
Poi però ti trasferisti a Filo …
Infatti. Nel 1944 ci trasferimmo a Filo, aprimmo il negozio affittando una camera della casa di Mario Vandini (oggi proprietà Pertegato). Durante quegli ultimi mesi di guerra, il paese era occupato dai tedeschi sempre più incattiviti dalle sorti del conflitto. Gli adulti, inclusi i barbieri, si ne stavano nascosti in campagna, così i soli del mestiere in paese rimanemmo io e l’altro garzone, che era Mendes Leoni (Cagnina). Toccò a noi fare barba e capelli ai tedeschi e ai paesani rimasti.
Che ricordi hai di quel periodo burrascoso?
A volte venivamo chiamati in campagna per un taglio ai partigiani nascosti o ai giovani renitenti alla leva. Eravamo poi richiesti spesso alla scuola (per intenderci quelle situate presso l’attuale Casa del Popolo in comune di Argenta) dove c’era un posto di medicazione ed infermeria dell’esercito tedesco. Lì io e Cagnina andavamo a sbarbare i degenti tedeschi ed italiani, e ci andavamo volentieri perché eravamo pagati con estrema generosità. Negli ultimi giorni di guerra, quando ormai era imminente l’offensiva alleata, anch’io come tutti gli uomini validi del paese (fra i quali molti ragazzi ancora dispensati dal servizio militare), fui inviato al Ponte Bastia a costruire trincee. I bombardamenti erano quotidiani e, durante uno di questi, morì purtroppo, vicino a me e straziato da una bomba, Ricci Angelo. Quella volta me la vidi proprio brutta.
Passata la guerra, riprendesti la tua attività?
Nell’immediato dopo-guerra pian piano si ripartì. Si misero in società Nello Bonora e Lino Coatti (e’ Barbiròñ) ed io continuai come garzone nonostante negli ultimi due anni avessi acquisito una certa esperienza. Ancora un paio d’anni e Nello si ritirò. In quel momento divenni socio di Lino e ci trasferimmo in altra parte di Filo, in una camera di casa mia. Aprimmo una porta sulla strada ed adattando le altre camere alle nuove necessità.
Come andò quell’esperienza?
Evidentemente la scelta fu indovinata perché quel salone a distanza di tanti anni esiste ancora ed attira sempre clienti dal paese e fuori. Qualche anno dopo rimasi solo, Lino si trasferì altrove per fare un altro mestiere, sicché l’attività di barbiere io la proseguii da solo fino al 1965.
Cosa successe poi?
In quell’anno l’attiguo Bar Centrale rimase senza gestore, così, senza pensarci molto sopra, acquistai licenza ed attività ed affittai lo stabile che era di proprietà dei Signori Corelli e Galamini . Il Bar fu preso in gestione da mia moglie, in società con la Signora Dal Buono Luciana. Di tanto in tanto davo una occhiata ed una mano nel Bar. Fu così che mi venne l’idea di cominciare a far gelati.
Eccoci, finalmente ai gelati …
I primi tentativi furono disastrosi, vere e proprie schifezze, ma bisogna considerare che a quei tempi il gelataio per definizione a Filo era Tarozzi Irpio (Lido) ed i miei tentativi rudimentali non potevano reggere il confronto. A quel punto decisi di frequentare dei corsi di gelateria a Faenza e Ferrara. Erano corsi che si tenevano di sera, cui partecipavo dopo aver chiuso la mia piccola bottega da barbiere. Un aiuto importante ed inatteso mi venne da Delves Tagliati (Pirèñ), un uomo già addentro al mestiere, sia perché aveva già fatto il barista in precedenza, sia soprattutto perché produceva in proprio cialde e coni[1].
Era in gamba e pieno di iniziative Pirèñ…
Certo. Del resto era anche nel suo interesse che io vendessi molti gelati poiché mi riforniva dei suoi coni. Man mano che il bar si affermava ed il lavoro aumentava, mi accorsi dell’impossibilità di continuare la duplice attività di barbiere e di barista . Divenni perciò ben presto barista e gelataio a tempo pieno, affinando sempre più la tecnica di produzione. Raggiunsi in poco tempo apprezzabili livelli di qualità.
Le tue esperienze però non si limitarono al paese di Filo…
Nel 1989 mi fu offerta l’opportunità di dirigere una grossa ed affermata gelateria al Lido degli Estensi, più precisamente la “Gelateria Montepanna” (250 posti a sedere al tavolino e 15 dipendenti) , così, anche per sollevare mia moglie dall’impegno quotidiano che comporta la gestione di un bar, accettai la proposta e per alcuni anni ho passato i circa sei di stagione estiva al Lido Estensi dove dirigevo la Gelateria. Qui raggiunsi il top della professionalità, quello che mi giovò maggiormente furono i nuovi contatti che allacciai con produttori e fornitori di alto livello (quelli cioè che snobbano i piccoli esercizi di paese), sempre pronti ad offrirti novità, eccellenze e tendenze del momento.
Come concludesti la tua presenza ai Lidi?
La Gelateria cambiò di proprietà ed io rimasi senza lavoro, ma fu per pochissimo tempo. Mi fu offerto subito un posto da gelataio alla Dolceria di via Garibaldi ad Argenta. Fu un lavoro che accettai di buon grado e pieno di soddisfazioni sia per me, sia per chi mi aveva offerto il lavoro.
Infine?
Circa un paio di anni dopo, pensai di aprire, sempre ad Argenta, una mia gelateria. Qui ho messo a frutto l’esperienza acquisita, senza dover dipendere da nessuno. La mia nuova attività la chiamai “Gelateria da Luciano” che ancora gestisco con entusiasmo e in prima persona. Nonostante l’età e gli acciacchi, da questa attività, divenuta nel tempo un’autentica passione, non mi so ancora distaccare.
[1] E’ bene ricordare fra i vecchi gelatai filesi, oltre ai citati Tarozzi Irpio (Lido) e Tagliati Delves (Pirèñ), anche Stenio Sacrato che rimpiazzò per qualche tempo il vecchio Lido portando i gelati casa per casa col suo carrettino.
4 commenti:
Come minimo non sono elencate una decina di altre attivita', veri e propri lavori svolti dal mitico CIANI', in conto proprio o in societa'. Credo che CIANI',sia disponibile per un' informazione completa a prolungare e riformulare l'intervista al buon BENIAMINO, articolando dettagliatamente tutte le attivita' compiute,nel filese e suo circondario -C I A N I'- GRANDE FILESE
E' risaputa la vulcanica intraprendenza imprenditorial/commerciale del nostro Cianì , comunque l'intervista verteva sui "Gelati che passione", come e dove è arrivato il nostro in quel specifico settore. Certamente in futuro avremo altre occasioni ed opportunità per ricordarlo o citarlo.
Benny
Sono Mario Battaglia di Filo
anche io ma Cianì non racconta di quel periodo che nelle Domeniche
pomeriggio d'inverno nella camera lunga a destra dentro al bar adibita a pub faceva le pizze nel tegamino (erano buonissime) come poi i gelati elencati che tutt'ora assaggio
Serbo un fantastico ricordo della gelateria Montepanna, punto di riferimento di tutti i turisti al Lido degli Estensi.
Mi ricordo che ci fecero pure delle sfilate di moda, attorno al 1984~1986.
Haran Banjo
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