mercoledì 15 aprile 2009

Accadeva 160 anni fa...

Il 30 aprile 1849 Comune di Filo aderiva alla Repubblica Romana

di Agide Vandini

Bandiera della Repubblica Romana che sventolò dal balcone del Campidoglio nel 1849

(Museo del Risorgimento di Milano).

Proprio centosessant’anni fa la storia d’Italia parve compiere un balzo improvviso. Cadute le grandi illusioni dell’Italia liberale e cattolica di poter raggiungere l’indipendenza sotto il Primato del Papa, e davanti all’agitazione dei democratici, il Pontefice Pio IX abbandonò Roma e riparò a Gaeta.

Venne così proclamata il 9 febbraio 1849 la Repubblica Romana guidata dai triumviri Mazzini, Saffi e Armellini che indisse le elezioni e si dotò di una costituzione assai avanzata per l’epoca. Gran parte dei suoi principi democratici furono poi ripresi soltanto nella costituzione repubblicana del 1948[1].

Come sappiamo la Repubblica, pur difesa da Garibaldi, durò pochi mesi, ed il Papa, che aveva fatto appello a tutte le forze cattoliche affinché concorressero a sopprimerla, tornò quello stesso anno sul trono di Roma con l’appoggio determinante delle truppe francesi (4 luglio 1849).

E’ invece assai meno nota, data l’importanza circoscritta ai nostri luoghi, l’adesione solenne dei comuni delle Romagne alla Repubblica. Quello di Argenta vi aderì con delibera del 24 aprile ed altrettanto fece, all’unanimità, il Comune di Filo, il successivo 30 aprile 1849 riunito per l’occasione nella residenza di San Biagio sotto la guida del suo sindaco, il longastrinese Eleonoro Banzi.

Nell’illustrazione a fianco, si può leggere l’integrale delibera tratta dagli atti dell’epoca, trascritta e pubblicata in A.Vandini, L’antico comune della Riviera di Filo, Ferrara, SATE, 1981, p. 63.

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[1] Questi i primi 4 articoli: Art. 1: Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano; Art. 2: Il Pontefice Romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l'indipendenza nell'esercizio della sua potestà spirituale; Art. 3: La forma del governo dello Stato Romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana; Art. 4: La Repubblica Romana avrà col resto d'Italia le relazioni che esige la nazionalità comune. E ancora: «Il regime democratico ha per regola l'eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.», «La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l'italiana.»

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