lunedì 6 ottobre 2008

Il Borgo Maggiore


«Mappe, toponomastica e segnaletica del Filese, 5° puntata, sezione 3 del territorio»

di Agide Vandini


















Filo di Argenta

(area riferite al nucleo abitativo di Filo, con esclusione quindi di Case Selvatiche, Molino ed altre borgate)


















Filo di Argenta

Il reticolo di strade del Borgo Maggiore


Cliccare sulle immagini per vederle ingrandite

La terza delle otto tappe previste per il nostro percorso alla ricerca di mappe corrette ed aggiornate del territorio, forse la più impegnativa sotto l’aspetto toponomastico, è dedicata al «Borgo Maggiore», ossia alla parte del centro di Filo sita in comune di Argenta.

Nella puntata precedente (4), dedicata al Borgo Ravegnano si è riportata l’immagine satellitare di tutto il nucleo abitativo centrale di Filo, con esclusione delle altre borgate del territorio, e in quella foto si è potuta valutare la consistenza dei due rispettivi borghi che sottostanno ad amministrazioni comunali e provinciali diverse, separati dalla linea del Po vecchio ivi tratteggiata in rosso.

La prima mappa riportata a fianco, ci mostra tutto il territorio della sezione interessata, con le denominazioni correnti delle vie e dei cardini geografici di maggiore importanza storica, ove si è provveduto ad eliminare le strade soppresse o ad uso privato esclusivo.

La seconda illustrazione mostra invece un particolare ingrandito della prima, ossia il reticolo di strade del Borgo, con la denominazione di ogni Via che lo compone.


Si dà ora conto delle

Imprecisioni riscontrate sulle mappe estratte da Internet:

Errori, carenze (o mancati aggiornamenti) :

  1. “Bonifica di Argenta” non riferibile ad alcuna località (denominazione riguardante un’area ben più vasta);
  2. “Via II° Risorgimento” indicata come “Via Risorgimento”;
  3. Mancanza delle Piazze A. Cavalli e G.Bellini ;
  4. Via C.Pavese erroneamente indicata come collegata a Via E. De Amicis.


Denominazioni e strade soppresse, adibite ad esclusivo uso privato, o comunque impraticabili:

  1. Collegamento fra la Via 8 settembre 1944 e la Via Bindella.
  2. Collegamento fra Via della Cooperazione e Via Oca-Pisana
  3. Collegamento fra “Via Rinascita” e “Via Lodigiana”
  4. Cortili privati.


Riguardo a questa sola sezione di territorio, si riportano ora alcuni brevi e sintetici


Cenni sulla Toponomastica

(per approfondimenti e per le fonti non citate, si veda in A.Vandini, Filo la nostra terra, Faenza, Edit, 2004, parte II)


Nomi di Località e di cardini geografici locali:


S-ciapeta. E’ così chiamata la fila di case prospicenti, in territorio ferrarese, la Via 8 settembre 1944, fra le vie «Fiume vecchio» e «Pradina»[1]. Proprio in quest’ultima posizione aveva luogo, ancora ad inizio Ottocento, una bipartizione stradale, detta appunto la S-ciapeta, fra la Via Di Sotto (oggi Via 8 settembre 1944) e la Via Di Sopra, parallela alla precedente, che percorreva, con un’unica interruzione fra la S-ciapeta appunto e l’attuale Via Rondelli, l’arginatura sinistra di Po vecchio per tutto il territorio filese. Di questa stradella, sopravvivono oggi soltanto alcuni tratti, essendo stata spianata quasi ovunque l’arginatura superiore, ed il terreno utilizzato nel corso degli anni a riempimento del vecchio alveo[2].


Dossi. Il termine «dosso» indica una prominenza del terreno rispetto agli specchi d’acqua di questa antica area di valle. In località Dossi ci fu, in epoca medievale e fino al ‘600, un convento di Monache secondo quanto tramanda la tradizione, suffragata da uno schizzo del Mappario Estense presso l’Archivio di Stato di Modena. Per i Dossi, formatisi lungo un corso d’acqua medievale chiamato Morticium, passava il percorso stradale in direzione di Bando, ossia la «Via dei Dossi», oggi chiamata «Via Bindella».


Parco Gian Piero Coatti. E’ il parco ove vengono organizzate tutte le sagre e feste estive a Filo.E’ intitolato a Gian Piero Coatti, segretario DS filese (1960-2005), morto accidentalmente mentre prestava la sua opera volontaria per il montaggio di un capannone.


Masi. Questo fondo chiamato in dialetto i Més, ma detto anche comunemente e’ Stalon, importante centro agricolo e contadino di rilievo nell’ambito locale, deve il suo nome alla famiglia Masi, antichi proprietari che possedevano anche i terreni dell’ex Ospedale di S.Giovanni nelle adiacenze dei Dossi. Il Fondo Masi, o Stallone, come del resto la Risarola e Cà Bovi, divennero poi di proprietà del Duca Massari, indi della Società Lodigiana, fino alle assegnazioni della riforma agraria del 1950.


Villa Utili. Fu residenza del dirigente locale della Società Lodigiana, poi sede degli uffici di una cooperativa di assegnatari, infine, oggi, abitazione privata. Nelle adiacenze fa ancora bella mostra di sé un ampio e sontuoso giardino dove si possono ammirare piante quasi secolari.


Cà Risarola.Antica casa contadina già presente nella mappa napoleonica del 1814. Il nome è un derivato della «Risara», una grande costruzione da tempo demolita per la conservazione e l’essiccazione del riso e situata in località Möta (vedi sezione 7). La Risara risulta già presente sul territorio fin dalla seconda metà del ‘500, e dava il nome a tutta la valle bonificata negli anni ’70 dell’Ottocento, situata fra le attuali Vie Bindella, Argine circondario e Terranova.


Ca’ Bargunzona (talvolta storpiato in Bergonzona o Bergunzona). Questa casa contadina è una memoria importantissima per il territorio, poiché conserva ancora il nome di certo Vitale detto Bargunzo, capofila dei tredici coloni che quasi un millennio or sono, nel lontanissimo anno 1022, ottennero dalla chiesa ravennate «a livello» una lunga striscia di terreni coltivabili filesi a ridosso di Po vecchio, striscia che andava da Caput de Arre (San Biagio) fino ad un miglio dalla chiesa di Santa Maria in Filo (Molino di Filo), ed in cambio si impegnarono ad estirparli, coltivarli e bonficarli. Nell’arco di un millennio il nome di Bargunzo è stato assunto prima dal fondo, indi dalla casa contadina, che lo ha evidentemente mantenuto ad ogni ricostruzione.


Vie e Strade (in ordine alfabetico):


14 Aprile. Ricorda la Liberazione di Filo nella seconda guerra mondiale ad opera delle truppe anglo-americane avvenuta il 14 aprile del 1945.


Agida Cavalli (Piazza). Filese, martire della Libertà (1891-1944), uccisa dalle brigate nere mentre cercava di far fuggire dalla casa circondata il figlio perseguitato dal regime fascista. Nella piazza il pregevole Monumento ai Caduti, eretto nel 1955 e restaurato nel 2008, con preziose sculture di Angelo Biancini.


Bindella. Si tratta del tratto iniziale dell’antica «Via dei Dossi» che proseguendo per l’attuale Via Tamerischi e poi Oca-Campazzo consentiva di raggiungere Bando prima della bonificazione Ottocentesca della Valle Risara, prima quindi della tracciatura dell’Oca-Pisana (vedi). Persa la funzione di collegamento con Bando, congiunte fra loro le attuali Vie Tamerischi e Porto vallone, prolungata la strada di campagna in direzione dell’attuale Via Recalci (un prolungamento oggi soppresso) fino alla Cà Bindella (oggi demolita), cominciò ad essere chiamata col nome della località che la strada permetteva di raggiungere. A sua volta il termine «bindella» dovrebbe provenire dal «bindolo» antica macchina da sollevamento dell’acqua, evidentemente utilizzata nelle prime bonifiche di epoca moderna nelle ex valli Brancole.


Cà Bovi. Prende il nome da un’antica casa colonica oggi demolita. Ricorda nel nome le razze pregiate di buoi possedute dalle aziende agricola proprietarie, Masi - Massari - Lodigiana, bestiame che poi conseguì, nel primo Novecento, ambìti premi nelle manifestazioni specializzate.


Cesare Pavese (1908-1950). Noto scrittore italiano.


dei Martiri. La breve via che dà accesso in questo punto al Borgo Ravegnano di Filo d’Alfonsine è dedicata ai dieci filesi trucidati dai tedeschi l’8 settembre 1944, cinque dei quali furono fucilati proprio di fronte all’imbocco della strada, all’angolo fra odierne Vie «Oca-Pisana» e «M.Margotti».


Della Cooperazione. E’ una breve via all’interno della zona artigianale, così chiamata in segno di riconoscenza all’intensa e fattiva presenza cooperativa nel paese di Filo.


Dosso Bindella. La strada, a fondo chiuso, un tempo confluiva in Via dei Dossi in prossimità di una casa colonica oggi demolita e chiamata in catasto «Dossi -Bindella». Di qui la denominazione stradale, recentemente distorta in «Dosso Bindella», assolutamente impropria. Nell'antico catasto era invece chiamata «Stradella delle due decime», forse perché il tributo competeva, da un lato della strada, alla chiesa di S.Agata, dall’altro all’adiacente Ospedale-Oratorio di San Giovanni.


Edmondo De Amicis (1846-1908). Noto scrittore italiano.


Fiume vecchio. Si veda quanto detto nella sezione 1 (Case Selvatiche).


Giovanni Mezzoli (1871-1896).Filese e martire delle lotte operaie. Fondatore della prima sezione del Partito Socialista fu vittima della violenza politica all’epoca delle prime Lotte Agrarie.


Giulio Bellini(Piazza). Cooperatore e deputato (1926-1988). Operò in particolare a Filo ove è ricordato con affetto e stima dalla popolazione. Fu sempre particolarmente legato ai braccianti ed alle braccianti che lo ebbero come instancabile dirigente della cooperativa agricola che oggi porta il suo nome.


Grazia Deledda (1871-1936). Nota scrittrice italiana.


II° Risorgimento (1943-1945). Vuole ricordare la Resistenza, evento che molti italiani vissero come un «secondo Risorgimento». Fu attraverso quel movimento che il popolo italiano, trascinato dal fascismo in una guerra vergognosa al fianco dei nazisti e lasciato solo dal governo Badoglio, dimostrò la sua capacità di ribellarsi e di combattere per la propria libertà. Questa strada, ove furono riedificate le scuole, fu tracciata con la ricostruzione del paese dopo i bombardamenti subiti. Dà accesso al quartiere volgarmente chiamato «Corea», dal nome della guerra che infiammò il mondo proprio negli anni dell'edificazione, pietra su pietra, di queste case apparentemente modeste, ma costate anni di sacrifici e privazioni oggi non immaginabili.


Lodigiana. La strada, che porta alla Via Argine Circondario, prese il nome dal suo tratto iniziale (Via M.Margotti- Ca’ Risarola) - originariamente privato - che andava a raccordarsi alla parallela e oggi soppressa “Via Viola”[3]. L’azienda agraria Lodigiana, come già si è detto, rilevò nel primo Novecento i terreni circostanti già di proprietà Masi e Duca Massari.


Maria Margotti (1915-1949). Filese e martire del Lavoro, uccisa al Ponte Stoppino, fra Argenta e Molinella, durante uno sciopero bracciantile nel periodo scelbiano. Madre di due bambine e vedova di guerra, manifestava assieme a molti altri filesi contro il crumiraggio. Fu abbattuta da una raffica di mitra sparata da un poliziotto. La sua tragica morte ebbe risonanza nazionale ed è ricordata in un toccante dipinto di Renato Guttuso (1912-1987).


Oca-Pisana. Va scritta col trattino per rappresentarne fedelmente il significato che non ha a che vedere con le oche di Pisa. Fino agli anni ’70 del Novecento (epoca della riorganizzazione toponomastica argentana) il tratto fra le attuali «8 settembre 1944» e «Bindella» veniva denominato Via Chiesa[4], nome soppresso poiché già presente a San Biagio. L’Oca-Pisana fu tracciata a fine Ottocento dopo la bonifica della «Valle Risara» per abbreviare il percorso verso Bando fino ad allora assicurato dalla Via dei Dossi (oggi le Vie: «Bindella», poi «Tamerischi», poi «Oca-Campazzo» in territorio bandese). La scorciatoia unì da nord la Cà Oca (sull’etimo Oca si veda la sezione 7, Sant’Anna e dintorni) con la Cà Pisana, così chiamata perché originariamente di proprietà di certo Vittorio Pisani[5]. Di qui il nome di apparente stranezza: “Oca-Pisana”.


Pablo Neruda(1904-1973).Pseudonimo di Ricardo Neftali Reyes Basoalto, poeta cileno, premio Nobel 1971.


Pablo Picasso (1881-1973). Noto pittore e scultore spagnolo.


Pier Paolo Pasolini (1922-1975). Noto scrittore e regista cinematografico italiano.


Pradina. La piccola via a fondo chiuso prende il nome dal praticello che stava un tempo in quella zona poi urbanizzata, un prato che fra le due guerre funzionò anche da campo di calcio.


Risarola. La strada prende il nome dalla vicina casa contadina sulla cui toponomastica già si è detto.


Via Rondelli. Si veda quanto detto nella sezione 2 (Il Borgo Ravegnano).


XX Settembre. Ricorda la «breccia di Porta Pia» e la liberazione di Roma avvenuta il 20 settembre del 1870.


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(continua – 5 / 10)

Articoli precedenti sul tema (v.Archivio Blog): 1. 2008 / 1 marzo / «Quanti errori ed insufficienze…»; 2. 2008 / 7 maggio / «Per una migliore segnaletica e cartografia del territorio»; 3. 2008 / 3 luglio / «Rossetta, Case Selvatiche e Vallone»; 4 / 25 agosto / «Il Borgo Ravegnano»)

[1] La fila parallela che guarda la «Via Fiume vecchio» in territorio ravennate è chiamata, invece, Campeggia.

[2] I tratti cui si fa riferimento sono: la Via Pradina, la stradina che passa dietro la sede della delegazione comunale a Filo, nonché della Via M. Babini a Molino di Filo. Intorno al toponimo, si veda anche l’articolo «Cosa può raccontarci la S-ciapeta» pubblicato su questo blog nel 2007 in data 1 Dicembre.

[3] Un piccolo residuo della Via Viola è la strada senza nome che collega le Vie «M.Margotti» e «V.Antonellini» un centinaio di metri oltre l’imbocco di Via Lodigiana in direzione est.

[4] La denominazione era già presente a San Biagio e per questo fu soppressa a Filo, ove fu deciso, a quel punto, di prolungare la denominazione «Oca-Pisana» fino alla Provinciale.

[5] Ancora oggi nella carte topografiche la casa contadina sita nel terreno che fu di Vittorio Pisani (attualmente casa Trentini Nevio) è indicata come «Podere Pisana». Un’altra casa contadina, caduta coi bombardamenti, di antica proprietà Pisani e con macero adiacente, stava nell’angolo fra le attuali Vie« Oca-Pisana» e «Bindella», ove poi furono edificate nel dopoguerra le case popolari.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good