di Agide Vandini
Mi è stata data poche settimane fa da una gentile signora di Argenta. E’ un’istantanea scattata all’incirca negli anni ’40 nei paraggi del Baruffino, fra Bando e Portomaggiore. Mi ha colpito subito la naturalezza, la spontaneità dei gesti che vi sono ritratti.
I protagonisti e le protagoniste mi sono sconosciute, ma quei gesti, quelle facce serene, quel modo di vestire che ancora s'usava nell’immediato dopoguerra, quelle fronti rugose eppure orgogliose della fatica di ogni giorno, quelle sono tutte cose che mi sono ben note e familiari. Le ho qui stampate sul cuore.
Quei secchi, quei grembiuli austeri, quei fazzoletti annodati sotto il mento, quelle donne anziane vestite di nero, sono uno spaccato magistrale e fedele della vita che si conduceva qui, nelle nostre campagne, fino a qualche decennio fa, immagini che ancora sanno parlare, raccontare ben più di quanto possano le parole, i vaghi ricordi, le nostre pur amorevoli memorie.
A chi a volte accusa i nati prima del boom economico di poca adattabilità al mondo ipertecnologico di oggi, io credo si potrebbe tranquillamente opporre questo nitido affresco e dire, rivolti alle nuove generazioni: «noi veniamo da lì, è bene che lo sappiate…». Perciò guardatevi bene quei visi, quella fierezza al di sopra di un paio di larghi pantaloni alla zuava, quella gente speranzosa ed orgogliosa che pare sfidare e marciare verso il futuro, quasi quanto il «Quarto Stato» di Pelizza da Volpedo.
Sembrano dire: «Giovanotti, quelli siamo noi, i vostri nonni e bisnonni, e vi osserviamo, sempre con fiducia e pazienza, ancora da lì».
Zona del Baruffino, fra Bando e Porto Verrara, anni ’40. Le donne tornano dalla pompa verso casa coi secchi colmi d’acqua potabile. La donna in primo piano sulla destra, col grembiule chiaro e il fazzoletto, è la quarantenne Ricci Albina. (Donata da Adriana Mongardi di Argenta, nipote di Albina). (Cliccare sulla foto per vederla ingrandita) |
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