lunedì 10 agosto 2015

Un allegro Ferragosto



Memorie dal  «Quaderno» (4)
di Giovanni Pulini





 Mi piace conservare certi dettagli del mio passato; non ho la pretesa di pensare che siano ricordi speciali della mia generazione, ma provo il compiacimento di poterli raccontare a tanti anni di distanza.
 Nel palazzo dove vivo ho un piccolo locale al piano terreno, che io chiamo L’Atelier, dove c’è un po’ di tutto, ci passo le giornate a stendere colori su tele, ascolto musica, scrivo qualche ricordo e alle pareti ci sono mensole sulle quali tanti oggetti mi ricordano il passato. Un giorno, che non avevo voglia di creare, cominciai a rovistare nei cassetti, non alla ricerca di qualcosa in particolare, ma frugavo in mezzo alle mie cose con curiosità. Trovai una busta che conteneva un foglio: era il conto di un pranzo che si era tenuto con amici, a metà degli anni Ottanta.
Quell’anno avevo scelto di villeggiare in una palazzina, a Punta Marina Terme, di proprietà della signora Wanda Cervellati. L’edificio disponeva di una decina di appartamenti arredati, tutti adibiti a casa per le vacanze.
 Dopo qualche giorno dal mio arrivo giunsero cinque famiglie provenienti da città lombarde;  guardando i loro bagagli pensavo fra me e me di aver sbagliato luogo di villeggiatura in quanto i nuovi arrivati mi apparivano di ceto molto lontano dal mio: se così fosse stato, probabilmente avrei passato una villeggiatura non troppo felice, ma mi riservai qualche giorno prima di trarre conclusioni, forse sbagliate.
 La palazzina aveva uno spiazzo, che potrei definire un parco, dove grandi pini ombreggiavano tutta l’area. Al limite dello spiazzo la proprietaria si era fatta costruire un capanno ove si ritirava durante l’estate per lasciare spazio agli ospiti. Mentre facevo le mie silenziose valutazioni, scesero nel parco alcune persone dei nuovi arrivati e subito la Cervellati uscì dalla casetta dicendo, in una lingua che assomigliava più al romagnolo che all’italiano, che il barbecue, il parco e i tavoli erano a disposizione di chi lo avesse desiderato. L’arredamento degli spazi comuni non era di grande qualità o raffinatezza, ma la padrona di casa era una donna di grande generosità, quella ben nota delle azdore romagnole. Il nuovo gruppo di villeggianti, che nel frattempo si era infoltito, rimase colpito favorevolmente dalla spontaneità e disponibilità di Wanda.
Ai primi approcci capii che avevo sbagliato le mie valutazioni: erano persone che avevano bisogno di vivere una vacanza molto semplice. Già la prima sera mangiarono sotto i pini con grande allegria, poi mi chiamarono per unirmi a loro per un caffè al bar vicino. Capii che erano dei piccoli imprenditori e che avevano scelto Punta Marina, e il suo contesto, per trascorrere una vacanza in piena libertà.
 La settimana successiva arrivarono da Modena anche Maurizio, la moglie Carla e la loro bimba di una decina d’anni, Angela. Maurizio era un ragazzone biondo, aveva un viso solare, corporatura robusta e carattere incline ai piaceri della tavola. Si occupava di programmazione di computer, a quei tempi mestiere molto apprezzato, ed aveva frequentato una scuola negli Stati Uniti.
 Dopo qualche giorno l’atmosfera era molto confidenziale fra tutti, compresa la Cervellati. Il barbecue era sempre in funzione, si giocava a carte fino a notte fonda e Maurizio, steso nell’amaca, suonava brani caraibici con la sua chitarra che evocava lontani mari e paesi.
 Punta Marina Terme era poco più di un villaggio di pescatori, le ordinatissime case ad un piano erano immerse in una pineta spettacolare dove, al mattino presto, predominava l’odore della resina. Non c’era un locale per ballare e nemmeno un cinema. La musica insolita di Maurizio si avvertiva in lontananza e molte persone, che la sera passeggiavano, ne venivano attratte tanto da formare capannelli di curiosi davanti al nostro parco; tutto il paese ne parlava. Eravamo di colpo diventati famosi. La sera andavamo in gruppo al bar per il caffè ed il barista ci liberava il banco; tutti ci salutavano, nessuno conosceva i nostri nomi, eravamo semplicemente “i clienti della Cervellati”.
In questa atmosfera goliardica, decidemmo, tutti d’accordo, di organizzare un pranzo comune per il giorno di Ferragosto. La Wanda si mise a disposizione e si stabilì il menu che ovviamente includeva cappelletti fatti sul posto assieme alle donne della comunità. Ordinammo al ristorante vitello arrosto e patate fritte per trenta persone, tanti erano i commensali, mentre il fruttivendolo ci avrebbe preparato e portato a domicilio, data l’occasione speciale, monoporzioni di frutta, vino ed acqua.
Il 15 agosto legammo delle fettucce colorate ai rami degli alberi e bandierine multicolori all’inferriata prospicente la strada, poi apparecchiammo i tavoli all’ombra dei pini: avevamo creato un arredo che nel paese non si era mai visto! La festa finì verso sera e ricevemmo tanti complimenti da tutti. Della festa se ne parlò per un pezzo, nel paese. L’anno successivo tornai e tanti mi chiesero se l’avessimo rifatta. La Cervellati mi disse però che le persone dell’anno precedente, per impegni di lavoro, non sarebbero tornate. Non le vidi più per molto tempo.
 Un paio di anni fa, per le strade di Punta Marina Terme fui incuriosito da una signora che sosteneva col braccio un uomo al suo fianco; entrambi mi ricordavano qualcosa. Era Carla e l’uomo era Maurizio che però non aveva più le sembianze di un tempo. Mi riconobbero subito e ci abbracciammo con grande commozione. La moglie mi spiegò brevemente che l’uomo era ridotto in quello stato a causa di un ictus che lo aveva colpito due anni prima. Erano tornati a villeggiare a Punta Marina e passavano intere giornate nel solarium dell’albergo. Quel giorno Carla  aveva accompagnato  il marito dal barbiere.
Furono attimi di piacevoli amarcord, per loro e per me che, per quasi trenta anni, sono sempre ritornato a villeggiare in quella località, portando nel cuore il ricordo di quella allegra, bellissima ed irripetibile estate.

                                                                                                   Giovanni Pulini, Luglio  2015

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