venerdì 21 gennaio 2011

Le strade di Filo d’Alfonsine

Cosa ci ricordano i nomi delle nostre strade

di Agide Vandini[1]

PIAZZA-PARCO MARIA MARGOTTI

Maria Margotti


Si trova al centro del Borgo Ravegnano di Filo e in quel luogo si tiene, da diversi anni, il mercato nel giorno di mercoledì. Ricorda la martire del lavoro filese alla quale è stata dedicata, in territorio ferrarese, anche la via di accesso al paese per chi proviene da Longastrino. Maria Margotti (1915-1949) fu uccisa al Ponte Stoppino, fra Argenta e Molinella, durante uno sciopero bracciantile del dopoguerra. Madre di due bambine e vedova di guerra, era andata, in bicicletta con molti altri filesi, a manifestare, a circa venti chilometri da casa, contro il crumiraggio. Fu abbattuta da una raffica di mitra sparata da un poliziotto. La sua tragica morte ebbe risonanza nazionale e il fatto ispirò anche un toccante dipinto di Renato Guttuso (1912-1987).

VIA ALEOTTA

Già Via Bassa, percorre un tratto dell’argine destro di Po Vecchio fra il Borgo Molino e la Via Trotta che segna il confine con Longastrino. Il nome della strada, come molte altre che ricordano case o fondi rurali, deriva dalla femminilizzazione del cognome dell’antico proprietario. In questo caso il riferimento è alla locale Cà Aleotta, casa contadina un tempo di proprietà degli Aleotti. Questa famiglia visse a Filo per secoli esprimendo personaggi di un certo rilievo come Bernardino Aleotti, Giudice della Riviera (sec. XVII). L’Agliöta, nell’accezione filese, indica il territorio di quella zona fino al fiume, tanto che la terra di Chiavica di legno (ove fu costruito il Palazzo signorile), veniva chiamata nel primo Ottocento Aleotta Nuova.

VIA ANTONELLINI VINCENZO

Antonellini Vincenzo[2]



Già Via Bassa o Po vecchio, questo tratto dell’argine destro di Primaro, fra la Via Rondelli e Borgo Molino è stato dedicato al martire filese Vincenzo Antonellini (1864-1922). Egli fu bastonato a morte, 58enne, il 10 aprile 1922, agli albori del fascismo. Fu assalito da una squadra di picchiatori venuti dall’argentano, mentre si trovava, coi suoi nipotini, nel circolo ricreativo di Case Selvatiche gestito dal genero, luogo ritenuto dagli squadristi covo di oppositori del regime.

VIA BELLETTINI ALFONSO

E’ la via più a sud della zona residenziale del Borgo Ravegnano nel centro di Filo. Bellettini Alfonso fu uno dei Dieci filesi trucidati dai tedeschi l’8 settembre 1944, data tragica cui è stata dedicata la strada di accesso a Filo, in territorio ferrarese, per chi proviene dalla Bastia.

Quel giorno furono trucidati dagli occupatori tedeschi, col beneplacito dei collaborazionisti repubblichini, dieci filesi innocenti, scelti casualmente fra i presenti all’osteria. Una trentina di cittadini furono portati in camion alla Casa del Fascio di Argenta e lì furono scelte le persone da sopprimere per una pretesa quanto crudele rappresaglia di guerra. Cinque di loro furono fucilati alla Bastia in prossimità del Ponte ed altri cinque nel quadrivio del centro di Filo. La sera precedente, durante un’azione partigiana nel centro del paese, un soldato tedesco era rimasto ucciso nel corso della sparatoria che ne era seguita.

I dieci filesi trucidati per rappresaglia dai nazifascisti l’8 settembre 1944 dopo un’azione partigiana. Da sinistra, in alto: Amerigo Quattrini, Enrico Nuvoli, Giorgio Marconi, Arturo Soatti, Luigi Matulli; in basso, da sinistra: Felice Diani, Alfredo Bolognesi, Alfonso Bellettini, Casimiro Beppino Andalò, Antonio Coatti. I quattro nominativi riportati in corsivo (vedi più oltre) hanno vie loro dedicate in Filo di Alfonsine.


VIA CHIAVICA di LEGNO

Dal Borgo Molino, in territorio ferrarese, la via conduce al Borgo Chiavica di legno. La denominazione di quest’ultimo luogo, ove ancora si vedono le rovine del Palazzo signorile (che fu chiamato Ghedini, poi Tamba e infine Sant’Anna), deriva curiosamente da un’antica chiavica situata presso la parte opposta del fiume, ossia a destra di Reno, proprio di fronte alla villa, eretta fra il Canale Bonacquisto ed il Po Nuovo (poi Reno). Fu chiamata Chiavica «di Legno», poiché, di tale materiale era inizialmente costruita, prima di divenire, in un secondo tempo, un manufatto in laterizio. Oggi questo canale di scolo non sbocca più direttamente in Reno, ma, a seguito di risistemazione idraulica del primo Novecento, compie una deviazione ad est, verso il Santerno, qualche centinaio di metri prima dello sbocco originario.

In direzione della Chiavica operò fra le due sponde, a partire da fine Settecento, il traghetto fluviale che prese il nome di «Passo della Chiavica di Legno», nome che, nel primo Ottocento, si trasferì sulla nascente borgata a sinistra del Po Nuovo nel luogo di approdo del traghetto.

Il passo della «Chiavica di legno» (funzionante ancora nel 1865) consentiva il trasporto di merci e passeggeri a sinistra Santerno in direzione del lughese. Perse funzionalità e convenienza economica verso fine Ottocento allorché si costruì il Ponte in pietra alla Bastia. Per questo fu soppresso.

Rimase in funzione, invece, fino agli anni Sessanta del Novecento, il vicino Passo dell’Anerina, a destra Santerno e poco distante da quello della «Chiavica di Legno», poiché il suo traffico, diretto verso Alfonsine ed il Ravennate, poté mantenere ancora per qualche decennio una discreta vitalità.

VIA CIVETTARA

Dal territorio ferrarese, fra Case Selvatiche e il Ponte della Bastia, la strada conduce fino all’argine del fiume. Il toponimo ricorda Giovanni Battista Civettari, antico proprietario del XVII secolo. Ancor prima della diversione fluviale del XVIII secolo, in quello stesso luogo vi si indicava una «valle con poco prato detta la Civettara».

VIA DIANI FELICE

Via della zona residenziale del Borgo Ravegnano nel centro di Filo che collega Via A. Bellettini a Via P. Liverani. Diani Felice, fu uno dei Dieci Filesi trucidato dai tedeschi l’8 settembre 1944 (si vedano foto e accaduto in calce alla precedente Via A. Bellettini).

VIA FIUME VECCHIO

In passato «Via Po vecchio»; la denominazione odierna ne riprende il significato. La strada percorre da Case Selvatiche (Via Chiaviche Paoline) a Filo (località Campeggia) l’argine destro, ravennate, dell’antico Primaro. Il vecchio alveo fu abbandonato nel 1782 per la diversificazione fluviale realizzata nel tratto Bastia-Passetto.

VIA GEMIGNANA

Collega la Via V. Antonellini con la Via Tre Pertiche a metà strada fra il Borgo Ravegnano ed il Borgo Molino. Deve il suo nome agli antichi proprietari del fondo che attraversa (Geminiani o Gemignani). Per effetto dell’appellativo dialettale (Žamgnana), la si trova indicata talvolta nelle carte ottocentesche col nome di «Zamignana».

VIA LIVERANI PIETRO

Pietro Liverani (Pirì)



Via della zona residenziale del Borgo Ravegnano nel centro di Filo, parallela alla Via V. Antonellini. Liverani Pietro fu partigiano filese e martire della Libertà. Combatté volontario sui monti della Romagna col nome di battaglia di Pirì. Cadde il 25 maggio 1944 sul monte Carzolano (FI), sopra Palazzolo sul Senio, nelle fila della 36° Brigata Garibaldi A. Bianconcini. La strada ebbe la primitiva denominazione di “Via Traversa”, definizione che compare ancora in qualche refuso anagrafico o telefonico.

VIA MARCONI GIORGIO

Via della zona residenziale del Borgo Ravegnano nel centro di Filo che collega Via F. Diani con Via E. Nuvoli. Giorgio Marconi fu uno dei Dieci Filesi trucidato dai tedeschi l’8 settembre 1944 (si vedano foto e accaduto in calce alla precedente Via A. Bellettini). Filese e renitente alla leva, Giorgio, che riuscì ad evitare i colpi del carnefice per ben due volte, aveva appena 20 anni.

VIA NUVOLI ENRICO

Via della zona residenziale del Borgo Ravegnano nel centro di Filo che collega la Via V.Antonellini con la Via A. Bellettini. Enrico Nuvoli fu uno dei Dieci Filesi trucidati dai tedeschi l’8 settembre 1944 (si vedano foto e accaduto in calce alla precedente Via A. Bellettini). Era titolare dell’osteria ove furono presi i candidati alla fucilazione.

VIA RONDELLI

La strada collega, in corrispondenza del centro abitato di Filo, la Via 8 settembre 1944 del territorio ferrarese con la Via Tre Pertiche sottofiume. Deve il nome all’antica Cà Rondelli, ovvero alla casa del Genio Civile posta al termine dello stradone e oggi abbandonata. Luigi Rondelli fu guardiano d’argini, forse il primo che si insediò in quel punto di presidio, allorché fu completato l’assetto del Po Nuovo. Compare nello Stato delle Anime a Filo di Alfonsine nel 1834, come residente fra Po Vecchio e Po Nuovo. Dopo la sua morte (1840) si sono perse le tracce della famiglia, forse trasferitasi altrove. In passato lo stradone portò il nome di Via Rondella, secondo la classica femminilizzazione del cognome di riferimento. Persosi memoria di Luigi Rondelli, la vecchia accezione portò ad equivocarne il significato ritenendolo ispirato al comune articolo di ferramenta. Per questo si è pensato di ripristinarne la denominazione nella forma «Via Rondelli».

VIA ROSSETTA

Rossetta è la denominazione del borgo sito a poche centinaia di metri dal Ponte della Bastia. Oggi è attraversato da una sola strada che conduce al fiume, parallela ed a poca distanza dalla sopraelevazione ferroviaria. E’ un luogo in cui, in pochi palmi di terra, si fronteggiano ancora i confini di Filo, Lavezzola e San Biagio e quindi dei comuni di Alfonsine, Argenta e Conselice. Nei secoli passati e fino al XVIII secolo, epoca del nuovo assetto fluviale, Rossetta fu un abitato (di giurisdizione ravennate) di importanza assai maggiore di oggi, con una bella chiesetta di epoca medievale. Di lì partiva la “Via di Ravenna” che, circoscrivendo le antiche Valli di San Bernardino (poi Valli di Filo e Longastrino) raggiungeva il capoluogo passando per Fusignano e Bagnacavallo, dopo aver fiancheggiato, nel primo tratto, lo sbocco temporaneo che il Santerno ebbe in Po nel XV secolo. Fu per questo un importante punto di smistamento e passaggio a sud del Primaro. Del luogo si conoscono denominazioni più antiche quali Cursiulo e Li Mazapedi. Il toponimo corrente deriva dai nobili De Rossetis antichi possidenti del territorio.

VIA TRE PERTICHE

E’ il lungofiume che collega Via Rondelli con la Via Trotta e prosegue poi, mantenendo la stessa denominazione, in territorio di Longastrino. Nel corso dell’Ottocento questa strada sottofiume fu chiamata, negli Stati delle Anime della Parrocchia, “Via Po Nuovo” in contrapposizione alla “Via Po Vecchio” (ora «Via Fiume Vecchio»). Verso fine Ottocento la denominazione divenne tuttavia “Tre pertiche”, con riferimento alla larghezza della carreggiata (poco meno di 9 metri ), secondo le misure in uso al tempo della diversificazione fluviale (anno 1782).

VIA TROTTA

Congiunge il territorio ferrarese (Via M. Margotti) col lungofiume (Via Tre Pertiche) in prossimità della Garusola fra Borgo Molino e Menate di Longastrino. Segna il confine fra Filo di Alfonsine e Longastrino di Alfonsine, cosicché le case alla sua destra sono di Filo e quelle di sinistra, di Longastrino. La denominazione deriva dall’antica e vicina casa contadina Cà Trotta (ora in catasto Ca’ Bianca). A sua volta «Trotta» proviene in tutta evidenza (e come la via Trotti di San Bernardino), dal nome degli antichi proprietari del fondo rurale, della casa colonica, nonché del Capanno omonimo oggi sito in territorio longastrinese -ravennate. Le denominazioni citate risultano già presenti ad inizio Ottocento nel catasto napoleonico.



[1] La trattazione è stata preparata su richiesta del Circolo Filatelico Alfonsinese ed è destinata ad apposita Guida del territorio in corso di pubblicazione. Per i riferimenti bibliografici e documentali si veda quanto pubblicato sull’argomento nel Blog L’Irôla, all’indirizzo: http://filese.blogspot.com/ , nonché l’ampio testo A.Vandini, Filo la nostra terra, Faenza, Edit, 2004.

[2] Ricostruzione dell’immagine basata sulle sembianze della figlia Antonellini Maria (A. Vandini, Sotto l’ombra di un bel fior, Faenza, Edit, 2005, p. 66).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grande Agide!!!