È Il romanzo storico
conclusivo della Trilogia Risorgimentale
Beniamino Carlotti ne parla con l’autore
E
con questo, Agide, conclude il suo sesto romanzo storico; per la precisione il romanzo
finale della trilogia ottocentesca. Storie e due trilogie parallele, ambientate
in epoche non troppo lontane tra loro, ma infinitamente distanti per presa di
coscienza ed evoluzione sociale dei vari protagonisti.
Scritto come gli altri cinque, per colmare
quel vuoto che la grande storia ci ha lasciato, relegando ai margini, o
addirittura trascurando, fatti ed avvenimenti che coinvolsero il nostro piccolo
mondo, ovvero la Bassa Romagna, agro filese compreso, aggiungendovi un pizzico
di fantasia, per dare maggior risalto ai protagonisti.
L’autore
attinge, ancora una volta, alla fertile vena creativa di sempre, per proporre
una storia geniale ed evocativa, ambientata sul finire dell’800cento, sullo
sfondo di una Romagna ove la cultura rurale va evolvendosi in nuove istanze di
giustizia sociale, istanze che, con l’Unità della Nazione, emergono con
prepotenza.
Scene
di vita dell’epoca, s’intrecciano così a lucidi flash-back storici, uniti da
una scrittura curata e coinvolgente; attraverso di essi, il lettore può
rivivere i drammatici conflitti interiori dei protagonisti e quelli, sempre più
intensi, in atto tra le classi sociali. Un romanzo che, sicuramente,
trasmetterà nel lettore emozioni e pathos.
Come
sempre, Agide, è disponibile ad alcune domande di rito, volte ad evidenziare le
peculiarità ed i tratti maggiormente significativi del romanzo.
Agide, dopo la Trilogia di
romanzi Seicenteschi iniziata col «Ramingo della Valle», ora proponi ai lettori
il romanzo storico che conclude la tua Trilogia di epoca Risorgimentale definita
«Romagna Ardente». Quali sono gli elementi di continuità con gli altri tuoi romanzi?
«Ottocento Romagnolo»: ci puoi
dire qualcosa intorno all’arco temporale di riferimento?
Il romanzo abbraccia buona
parte del secolo e si articola in due parti. La prima prende l’avvio dal 1831,
anno dei moti carbonari di Ciro Menotti, e giunge fino all’Indipendenza e
all’Unità d’Italia; nella seconda compaiono i nodi irrisolti, i tanti problemi
dell’Italia e della Romagna postunitaria. La narrazione termina negli anni ’90
del secolo, col sorgere del primo partito di massa: il Partito Socialista di
Filippo Turati ed Andrea Costa.
Quali sono i personaggi storici
più importanti che fanno da sfondo al romanzo?
A proposito di Giuseppe
Vandini, primo sindaco argentano dopo l’Unità d’Italia, dato il cognome, puoi
vantare un legame di parentela?
Una parentela prossima
sicuramente no. Giuseppe Vandini non ebbe discendenti e, come tutti sanno, le
sue sostanze vennero destinate alla costruzione dell’Ospedale argentano che
porta il suo nome. Quanto alle ascendenze, dagli studi genealogici condotti
tempo fa, si è potuto accertare che, almeno negli ultimi cinque secoli, i
Vandini di Filo e Longastrino non ebbero legami di parentela col ramo
aristocratico di Boccaleone-Argenta da cui proveniva il personaggio. La probabile
comune provenienza dovrebbe essere antecedente, col distacco tardomedievale di
un ramo cadetto, il nostro, in seguito sceso di rango, ma di ciò mancano tracce
documentali.
Fra i protagonisti
troviamo ancora figure del brigantaggio romagnolo dell’epoca?
Dove possiamo trovare il
tuo romanzo?
°°°
Buona
lettura a tutti, con la certezza che… Vi
piacerà e vi appassionerà!!!
(b.c.)
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