mercoledì 27 ottobre 2010

Un nuovo battesimo per Giancarlo Spagnolini...

Il neo romanziere è una cara e vecchia conoscenza degli argentani

di Agide Vandini



La copertina del romanzo

Il gruppo dirigente della ex EVC di Argenta negli anni ’90. Da sinistra: Dell’Antone, Giovannella, Mazzoni, Spagnolini, Teasdale (di EVC Int’l), Cipollini, Vandini, Bassi.


E’ stato il mio capo per una decina d’anni a partire dal ’92, Giancarlo Spagnolini, alla testa di EVC Compounds Argenta, quando, divenuta la ditta ormai di proprietà della multinazionale EVC, ebbe il non facile compito di sostituire Gaetano Trombini, leader storico dell’industria della plastica argentana, quasi un padre per tutti noi.

Sagace ed intelligente come pochi l’«Ingegnere», come da tutti fu chiamato, se la cavò benissimo, potendo contare su capacità professionali certamente non comuni. Seppe fare da trait d’union ideale fra l’Headquarter di Bruxelles ed il gruppo dirigente locale di cui ebbe sempre grande stima. Verso di esso fu, giorno dopo giorno e in un ambito di grande rispetto reciproco, più un amico che non un “superiore”. Aiutò ognuno di noi a raggiungere obiettivi non sempre facili e alla nostra portata, assecondando l’indole di ciascuno per ottenerne il meglio.

Questo è il bel ricordo che ho del Giancarlo Spagnolini Presidente ed Amministratore Delegato.

Ho sempre saputo naturalmente della sua passione per le lettere e della sua facilità nello scrivere, della grande proprietà che esibiva nel linguaggio e che coniugava ad una vena ironica assai gustosa, sempre garbata. Quando seppe delle mie ricerche nelle mie ore libere dedicate alla storia ed al folclore locale, mi incoraggiò alla loro pubblicazione e mi fornì sempre saggi consigli e spunti interessanti. Devo anche a lui la riuscita dei miei primi lavori. Non avrei mai immaginato, semmai, che raggiunta la meritata pensione, avesse avuto, a sua volta, la passione, la voglia di rimettersi in gioco e ricominciare in sostanza da zero sia pure in un campo ove, forse da sempre, ne aveva i mezzi e il talento, avuti direttamente da madre natura.

Ho avuto il privilegio di essere fra i primi lettori del suo romanzo, cui ha dato certamente un titolo “portafortuna”. Devo dire che ne sono stato francamente impressionato, attratto dalla storia in sé, affascinato dallo stile davvero pregevole. Credo che piacerà ai suoi lettori «L’Ingegnere», anzi, ne sono sicuro.

Uomo di vasti orizzonti culturali, Giancarlo Spagnolini, piemontese trapiantato nell’industriosa Milano, ha sempre apprezzato gli argentani e i basso-romagnoli cogliendone il meglio delle caratteristiche e delle tipicità regionali: la franchezza a volte spinosa, la lealtà, la capacità e la costanza di seguire un’idea e di battersi per essa. Mi piace pensare che questi slanci e tipicità abbiano lasciato qualcosa dentro di lui, che un po’ d’essenza emiliano-romagnola, insomma, se la sia portato a casa volentieri, alla maniera, quasi, di chi raccoglie il sacchetto di sabbia nelle spiagge della Sardegna…

Tutto questo per dire che forse un po’ di vita argentana, quella che ha arricchito l’esperienza di vita di Giancarlo Spagnolini, sia certamente presente sia pure forma non esplicita anche nel suo romanzo, un thriller di ottimo ritmo che invito tutti a leggere con interesse e curiosità.

Già la piccola sintesi che si può leggere qui sotto, tratta dalla sua prima locandina di presentazione, promette colpi di scena...

In bocca al lupo, di cuore, all’«Ingegnere» (a.v.).



MERCOLEDì 1 DICEMBRE 2010 ALLE ORE 18

nella Libreria eQuilibri di Milano (via Farneti 11)


Ottavio Rossani e Francesco Napoli

presentano il romanzo


di


GIANCARLO SPAGNOLINI

L’ingegnere

(Noubs edizioni, 2010)


Sarà presente l‘autore


Giancarlo Spagnolini è ingegnere, ma la scelta del titolo non ha valore autobiografico, anche se il protagonista narrante in prima persona è proprio un ingegnere, alto dirigente di una grande azienda. Spagnolini è stato anche lui manager e amministratore delegato di multinazionali. Insomma, si tratta di una semplice coincidenza, provocata quasi certamente dalla pigrizia dell’autore nello scegliere l’identità e le caratteristiche del suo piccolo “eroe” curioso ma ancora ingenuo. E infatti il racconto nasce dal coinvolgimento dell’ “ingegnere” in una semplice pratica di assunzione di un suo vecchio amico e si sviluppa in un’imprevedibile storia criminale di droga, spionaggio, terrorismo, mafia, servizi segreti deviati, sensualità ed altre complicate situazioni. Continui colpi di scena, sullo sfondo della fine degli Anni Settanta, tratteggiano non solo un thriller, con inevitabili azioni rocambolesche (e una leggera sottesa ironia), ma anche una radiografia dell’Italia negli “anni di piombo”. E il supermanager Spagnolini, anni 73, andato in pensione, avendo un po’ di tempo libero per riflettere, non poteva fare meglio di così per il suo “dinamico” esordio nella letteratura italiana.

Ottavio Rossani


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