Un singolare trapano
fai-da-te che funziona ancora a meraviglia…
di Agide
Vandini
Pochi giorni fa, gentilmente accompagnato dall’amico Luciano Tarroni, mi sono recato presso la casa colonica del cugino Fàno (Floriano Tarroni) ove ho potuto fotografare la porta della prigione della vecchia Caserma dei Carabinieri di Filo (vedi l’articolo dedicato alla sua storia http://filese.blogspot.com/2022/12/le-tre-caserme-dei-carabinieri-filo.html ).
Nell’occasione
il buon Fàno mi ha mostrato anche un curioso capolavoro del
padre Pépo.
Prima di
descrivere quanto mi ha mostrato, voglio ricordare che, riguardo al vecchio Pépo, da tempo
scomparso, io ebbi a raccontare alcune particolari vicende in un articolo pubblicato nell’Irôla nel lontano 2009 (04.12.09
- La storia di Pépo - I ricordi di naia di Giuseppe Taroni : http://filese.blogspot.it/2009/12/la-storia-di-pepo.html).
Ordunque,
così mi hanno raccontato il figlio Fàno ed il nipote Luciano, l’ingegno
e la praticità di Pépo lo portarono a costruirsi,
negli anni del dopoguerra, l’arnéŝ che vediamo nella foto, ossia un
utilissimo e potente trapano fatto in casa. Lo realizzò, così mi è stato detto,
utilizzando un maŝnĕñ da cafè [un macinino
da caffè], dismesso da un bar dei dintorni, accortamente collegato al blocco
cambio e ad una parte di motore di una vecchia Lambretta.
Ho fotografato naturalmente l’incredibile ed ingegnoso aggeggio ed ho anche girato lì per lì questo brevissimo video che lo mostra ancora funzionante e, direi, in piena efficienza
In un mondo
di sofisticate tecnologie come quello di oggi, potrà sembrare, quella di Pépo
‘d Mariòñ, (che rivediamo nella foto a fianco), una soluzione di poco conto, ma,
considerati i tempi e le disponibilità dell’epoca, a me è sembrata un’opera
davvero ingegnosa.
Egli, realizzando il prezioso attrezzo da lavoro con le sue stesse mani, diede certamente prova di spicciola creatività ed inventiva.
È un arnéŝ che, nel suo
piccolo, testimonia con semplicità della proverbiale capacità di arrangiarsi
che, in tempi assai più grami di quelli odierni, ha reso noi italiani famosi
nel mondo.
Un grazie e
un complimento mi sento di rivolgerlo anche all’amico Floriano che conserva tuttora,
con amore e con giusto orgoglio, il piccolo capolavoro del padre, un oggetto
fai-da-te destinato ad essere, forse, una piccola lezione di umiltà per le
generazioni che verranno…
1 commento:
Pepo Uomo di una dolcezza infinita,come tu hai ricordato era noto anche a me,per questo talento e mi ricordo,quando lo andavo a trovare per comperare le sue nespole a si intratteneva una ora parlando delle sue esperienze ed io rimanevo a bocca aperta per ascoltarlo
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