Per
chi ama la storia locale
di
Agide Vandini[1]
N. CCXIII - Dall’Archivio Arcivescovile di Ravenna, prot.
126, p. 595 excerpt. Dall’Archivio Estense di Modena, litt. N. 26
Concessione
enfiteutica fatta dal vicario arcivescovile di Ravenna
a
Natale Aleotti di alcuni fondi boschivi e vallivi della riviera di Filo. Anno
1454. 3 Febbraio.
[Traduzione dell’autore dalla Appendice
ai Monumenti Ravennati del Conte Marco Fantuzzi (1740-1806),
pubblicata a cura
del Canonico Antonio Tarlazzi, Prefetto dell’Archivio Arcivescovile di Ravenna
(1859)]
|
|
|
In nome di
Cristo. Così sia. Nell’anno dalla Natività, Mille Quattrocento Cinquanta
Quattro, Indizione seconda, il terzo giorno del mese di febbraio, nel tempo del
Pontificato Santissimo in Cristo Padre e Signore, del nostro Signore Nicolò Quinto Papa della Divina Provvidenza[2].
In Argenta, nella casa di Sir Tommaso del fu Paolo Talassini, Notaio e Camerario
del Signore Arcivescovo di Ravenna, sita in Via del Trivio, residenza del sotto
indicato signor Vicario, nel luogo in cui per suo diritto egli si concede, alla
presenza di Giacomo del fu Dainese e di Serafino del fu Pietro De Zechi, tutti
testimoni di Filo come più sotto indicati.
Il
Venerabile ed esimio giurista e Dottore
signor Giovanni Francesco Panini Canonico Padovano, il Vicario generale nello
spirituale e nel temporale Il Reverendissimo in Cristo Padre e signore del
signore Bartolomeo Roverelle col permesso dell’Arcivescovo Degnissimo della
Santa Chiesa ravennate, avente il rinnovo del mandato, come appare dal suo
mandato in mano a Ser Luca di Montefalco notaio Pubblico e Cancelliere dello
stesso signor Arcivescovo da me Notaio sotto descritto visto e letto, in nome e
nelle veci del signore arcivescovo della Chiesa di Ravenna, diede e rinnovando
concesse a Natale del fu Matteo Aleotti di Filo presente e richiedente per sé
ed i suoi figli e nipoti, il diritto di Livello nei prossimi venti nove anni
rinnovando quanto la stessa chiesa ravennate aveva convenientemente concesso
fino a che i propri dovuti Canoni scaduti non rimasero temporaneamente
insoluti, e gli accordi non mantenuti, per non importa quale giusta o legittima
causa. La sua richiesta ha trovato con piacere l’assenso da parte di una
generosità mai andata persa, per contro i percipienti in perpetuo di ciò che
era stato loro dato in arricchimento e quanto sperato come da ciò che è sotto
descritto, e in questo modo, e terre, boschi e valli secondo quanto è di
diritto della Santa chiesa ravennate ed essa possiede nella Riviera di Filo.
Innanzi tutto la terza parte di un pezzo di terra arativa e
boschiva non divisibile con Domenico suo nipote e fratelli, indi un’altra terza
parte e Antonio e Stefano coi loro nipoti, indi un’altra terza parte di
terreno, posta nel territorio di Ravenna al di là del Po, di fronte al Comune di Lombardia, che confina con detto fiume, esattamente ad un lato del Po,
dall’altro da quelli di Bonessi, un lato verso Argenta del Domenico predetto
per la sua terza parte, l’altro verso Ravenna eredi Antonio Coatti. Parimenti
la metà della metà di un pezzo di terra arativa,
boschiva e valliva indivisibile con Domenico e fratelli Aleotti e suoi nipoti,
per un’altra metà della metà posta oltre Po in territorio di Ravenna,
detta la Guidelina, acquistata da
Ser Bartolomeo Gennari un tempo di Pietro Natali e per esso degli eredi di
detto Pietro. Di quanto predetto metà è verso Argenta, confinante al lato
superiore verso Argenta col fratello Salvatore Aleotti, al lato superiore verso
Ravenna con Aleotto Aleotti, da un capo al Po dall’altro il [canale] Libollo fino
a metà. Parimenti metà delle due parti di
una valle ed anche Piscatoria pro diviso con detto Domenico e fratelli con le
sue cuore, canali, dossi, vidotariis
[sorta di terre emerse?], poste oltre Po, nel luogo chiamato Zancadello, giusto ai confini di detto corso d’acqua verso il Po, Salvatore e
fratello di Aleotto, altro verso le valli del Canale Libollo fino a metà, un
lato Salvatore predetto dall’altro, acquisizione questa fatta da Cristofalo
Amadei. Parimenti metà della metà pro diviso
con detto Domenico e fratelli per altra metà della metà, secondo consuetudini,
che l’altra metà detengono Tonone e Bertuccio Baressi un pezzo di terra
boschiva, pascoliva e valliva, posta in territorio di Ravenna oltre Po,
chiamato Bodena, opposta alla Villa di Case Selvatiche, acquistata dagli eredi di Ser Tibelio di San Biagio,
giusto ai confini con tutte le metà di Natale, Domenico e fratelli,
naturalmente da un lato il Canale
Libollo fino ai confini della rotta, l’altro
già appartenuto a Giovanni Folicaldi ed ora dei Baressi, un capo di questi
Baressi ed eredi Nascimbeni Malandrini Aleotti di diritto del Monastero delle
sorelle San Paolo di Ravenna, altro appartenuto al signor Obizzo da Polenta, ed
al presente di Bonaventura Bomleis di Ferrara, oppure escluse[?] dalle cose
predette, oppure in aggiunta ad altre terre, oppure dei più veri confini. Con le entrate e
uscite sue e di tutti i singoli diritti spettanti e pertinenze della cosa o dio
qualsivoglia direzione. Di queste cose è stato chiesto il diritto, come
premesso, all’elargizione del Vicario ed al Signore del Vicario stesso, come
premesso, rinnovando concede, altrettanto giustamente e ragionevolmente chiede
e da altre minime trattenute apparenze. Per averle, mantenerle, possederle,
usarle, fruirne ed in tutto migliorarle, dietro obbligo di pagamento annuale
alla domenica delle Palme della terza parte di un Pissis come sopracitata prima
rata. E come seconda rata un Pissis ed un quarto di Pissis nel mese di Marzo. E
come terza rata due denari Ravennati nel mese di Marzo. E come quarta ed ultima
rata un Denaro nel mese di marzo, oppure restituendo fra l’Indizione della
predetta Chiesa di Ravenna, non più tardi, oppure verrebbe considerata
negligenza tanto quanto il mancato pagamento obbligatorio, oppure alle
migliorie alle cose predette. Neppure è permesso a detto Natale conduttore, ai
suoi figli e nipoti, in relazione a dette cose, dare, vendere, o donare, oppure
permutare, e neppure abbandonare, né in alcun modo alienare, neppure ad alcun
venerabile luogo dare, oppure lasciare, neppure alla Chiesa Ravennate sua
Benefattrice […].
Dalla traduzione della parte
essenziale dell’atto, e dall’osservazione di alcune mappe antiche è stato
possibile collocare con buona approssimazione i terreni oggetto della
concessione sul nostro territorio.
I beneficiari della concessione
enfiteutica sono gli Aleotti, una famiglia legata alla Riviera di Filo ed ai
villaggi ne fanno capo. Essi furono per molti secoli grandi possidenti della
nostra parte di territorio a sud di Po vecchio (o di Primaro). Ancora oggi
quei terreni e quell’area viene localmente indicata come «Aleotta» (in
dialetto l’Agliöta).
Oggetto della concessione sono
quattro distinti appezzamenti o partite di terreni che, nella loro parte
descrittiva sono stati evidenziati in quattro colori diversi con la sottolineatura
dei riferimenti geografici.
Queste le osservazioni effettuate
e le relative conclusioni:
Si consiglia, per una migliore osservazione dell'Orma del Canale Libolo, di cliccare sull'immagine della mappa per vederla ingrandita. Lo stesso consiglio a chi volesse prendere migliore visione del testo latino della Concessione. |
|
1
2
3
4
|
Rosso
Verde
Azzurra
Viola
|
La
partita è posizionabile nella parte posta nel territorio di Ravenna, a sud
del Po, di fronte al Comune di Lombardia [grosso modo all’altezza dell’attuale
Borgo Maggiore di Filo]
Anche
questo terreno detto la Guidelina [forse Guidolina - da Guido Da Polenta
-] sii colloca nel
territorio di Ravenna, quindi a sud del Po, fra il fiume ed il Canale Libolo
(o Libollo).
Sappiamo
dalla Carta Manzieri (1745) dell’esistenza di questo antico canale che,
proveniente dal lughese [ricorda nella sua denominazione l’antica Villa
Libba posta fra Fusignano e Belricetto],
doveva scorrere parallelo ed a sud del Po di Primaro, da Case Selvatiche fino
allo sbocco nel Po a valle di Longastrino.
La
collocazione più ragionevole di questo terreno viene quindi ad essere, a sud
del Po fra Molino di Filo (o Filvecchio) e la Menata di Longastrino.
Anche
questo terreno è indicato oltre Po ed è composto da cuore (presenti proprio in
quell’area) e valli piscatorie. La descrizione non lascia dubbi che si tratti
della parte a sud del Po. Il posizionamento pare potersi collocare di fronte
all’attuale borgo di Molino di Filo.
Quest’ultima
partita, anch’essa in territorio di Ravenna oltre il Po, in opposizione a
Case Selvatiche, si colloca dunque fra detta località ed il canale Libollo
che, come già si è detto, aveva un corso parallelo rispetto al Po di Primaro.
|
[1] Inviata e gentilmente
segnalata da Andrea Cariani di Portomaggiore.
[2] Il testo
pubblicato riporta erroneamente Papa Niccolò IV. Alla data ed all’epoca della
concessione il Papa era Niccolò V.