mercoledì 28 dicembre 2022

Chiarimenti sul Confine Nord della Romagna

 

Importanti precisazioni della «Ludla» che ci riguardano

di Agide Vandini

 

Il recente numero di ottobre/novembre della «Ludla - Periodico dell’Istituto Fredrich Schurr per la valorizzazione del dialetto romagnolo» riporta in prima pagina un importante articolo, firmato dal Direttore Editoriale ed eminente linguista, Gilberto Casadio. Ha per titolo : "La Romagna: nome e confini" e contiene accurate precisazioni intorno al Confine Nord della Romagna, ovvero argomenti che ci riguardano molto da vicino e che vengono a confermare quanto più volte ribadito sul tema in questo stesso blog [1].

Queste le pagine interessate della rivista con l’articolo integrale (cliccare sulle immagini per ingrandirle):

 





 

Riporto in rilievo la parte riguardante il nostro territorio:



Se, per quanto ci riguarda, non ci sono mai stati dubbi in proposito, la speranza è che, date le argomentazioni e l’autorevolezza del chiarimento, vengano rimosse resistenze e tesi di tutt’altro tenore che pretenderebbero la delimitazione della Romagna al Po Nuovo, ovvero al raddrizzamento del fiume Reno del 1782 (con l’esclusione persino degli estesi territori ravennati di Filo-Longastrino-Anita fra Po Nuovo e Po Vecchio, alveo morto, quest'ultimo, che ancora segna il confine amministrativo fra le province di Ferrara e Ravenna).

La Romagna Storico-Culturale, come giustamente ribadito da Gilberto Casadio, va tenuta in ogni caso ben distinta dai confini amministrativi delle tre Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.


Appendice (12 gennaio 2023)


Aggiungo per completezza quanto pubblicato da Gilberto Casadio ne "I scriv a la Ludla", nel successivo numero di dicembre 2022(p15) dell'autorevole rivista. E' una risposta ai dubbi di Angelo Minguzzi (dubbi espressi anche qui nello spazio commenti) e che sostanzialmente conferma quanto a noi sta più a cuore, ossia che il territorio a nord di Po vecchio e a sud delle prosciugate Valli di Comacchio, appartenente  alle frazioni argentane di Filo, Longastrino ed Anita (amministrativamente in provincia di Ferrara) è da considerarsi "romagnolo", così come, ovviamente, quello fra Po vecchio e Po nuovo (Reno) amministrativamente in provincia di Ravenna. Quanto alle altre parti dell'argentano e del portuense dipendenti dalla Diocesi di Ravenna, premesso che si tratta di territori ben diversi dal nostro per dialetto, tradizioni e legami culturali con la Romagna, la loro eventuale inclusione è una valutazione che certamente compete ad altri, verosimilmente sulla base di considerazioni e principi che, auspicabilmente, siano omogenei per tutta l'area "romagnola" di riferimento... (a.v.)



[1] Si vedano i riferimenti nell’indice tematico «Romagna e dialetto». Segnalo in particolare i due articoli:

13.11.07 - A sen di Rumagnul…  - a.v. - Il punto sul controverso Confine Nord della Romagna

http://filese.blogspot.it/2007/11/sen-di-rumagnul.html

07.04.08 - «Romagna», «Romagnola» e confine settentrionale - a.v. - Appunti sull’area culturale romagnola.

http://filese.blogspot.it/2008/04/romagna-romagnola-e-confine.html

4 commenti:

Benny ha detto...

Giustizia è fatta.

angelo minguzzi ha detto...

Non vi capisco voialtri scrivani*.
Nella Mail di oggi Vandini cita l'articolo della Ludla di un paio di mesi fa (n.10-11,2022), a firma di gilcas (Casadio); e dice che è un bell'articolo.
Ma quell'articolo non cita un precedente articolo dello stesso Vandini pubblicato sulla stessa Ludla (n.1, 2008, p.4); mentre cita Dante, Rosetti e Gambi i quali dicono delle cose diverse da Vandini; e lo stesso Casadio non dice le stesse cose di Vandini.
Io, che sulla questione dei confini Nord della Romagna mi ero rapportato con Vandini, ho contattato Casadio per dirgli che il suo articolo sulla Ludla non faceva chiarezza fino in fondo; diversi messaggi su Whatsapp, che non sono serviti a chiarire la questione.
Casadio pubblica una parte di questa corrispondenza nel numero successivo della Ludla (n.12, p.15)e mi dà una risposta ancora vaga: e rimanda alla autorevolezza della Società di Studi Romagnoli la titolarità di un intervento risolutore sulla questione. Poi cita il suddetto articolo di Vandini.
Ma se, come io penso, l'articolo di Vandini andava bene, che bisogno c'è di tirare in ballo la Società di Studi Romagnoli?
Còm a la mitègna?

Filese ha detto...

Angelo, grazie sempre per l’attenzione, ma per me quanto si afferma nell’articolo di Gilberto Casadio è sufficientemente chiaro. L’essenziale, per quanto riguarda me e tutti coloro che, a Filo e dintorni, si identificano nel patrimonio folcloristico e tradizionale romagnolo, è che ci venga riconosciuta in ogni ambito l’appartenenza storico-culturale alla Romagna, indipendentemente dall’appartenenza politico-amministrativa. Come c’è una Romagna Toscana, una Marchigiana ed una Bolognese, va riconosciuto che, anche ai nostri giorni, ne persiste una “Ferrarese”, a nord di Po Vecchio. Se hai concorso a questo chiarimento da parte di chi tutela il nostro Patrimonio storico-culturale legato alla lingua romagnola, personalmente te ne sono grato.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente, con quanto espresso da Agide in Appendice.