domenica 1 ottobre 2023

C’era anche un argentano sulla corazzata Roma…

 

In ricordo dei caduti del 9 settembre 1943

di Beniamino Carlotti

 

 

Sabato 9 Settembre, in occasione della «Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare», il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto la cerimonia in ricordo degli 80 anni dall'affondamento, per mano tedesca, della Corazzata Roma nel Golfo dell'Asinara.

Ormai la cronaca ci ha assuefatti all’annuncio dei naufragi in mare, della triste fine di piccole imbarcazioni stracariche di migranti, nonché ad un elenco di morti che si allunga continuamente.  Generale è lo sdegno e l’indignazione verso i criminali che favoriscono le traversate, ma generale è pure la commozione per le tante vittime di questo inutile esodo di massa, verso una presunta, spesso illusoria, prosperità.

Nelle stesse profonde acque del Mare Nostrum finirono purtroppo, 80 anni fa anche le 1393 vittime italiane della Corazzata Roma.

 


La Corazzata ‘Roma’

 

Il 9 settembre del 1943, il giorno dopo la firma italiana dell'armistizio con le Forze Alleate, mentre le armate naziste stavano prendendo rapido possesso del nostro territorio, tutte le Unità navali presenti a Genova e La Spezia, al comando dell'Ammiraglio Carlo Bergamini presero il mare, dirette in nord Africa per non finire in mano tedesca.

Alle ore 15.30 circa, la formazione navale fu raggiunta da tre successive ondate di bombardieri tedeschi Dornier Do217K. Poco dopo, la nave ammiraglia fu colpita da due bombe radioguidate del tipo FX1400, una delle quali, di grosso calibro, esplose all'interno del deposito munizioni della Torre n. 2.

Ne seguì la deflagrazione delle cariche di lancio, i proiettili da 381 mm devastarono la corazzata che poi, spezzata in due tronconi, colò a picco in breve volgere di tempo. Nel tragico affondamento persero la vita 1.393 dei 2.021 uomini presenti a bordo, compreso l'Ammiraglio Carlo Bergamini e gran parte del suo Stato Maggiore.

Ben15 furono i dispersi ferraresi, Caduti per la Patria nell’adempimento del dovere; fra i quali l’argentano, Bondioli Gino, Sottocapo Macchinista, nato a Traghetto, il 26 Gennaio 1921.

 

 

L’oblio e il silenzio sembrano essere caduti, nei decenni della Repubblica, sulla dolorosa vicenda della Corazzata Roma.


Non sono mai stati eretti monumenti, o cippi, o lapidi commemorative a testimonianza del sacrificio di questi marinai, come per tanti altri soldati e caduti sui vari teatri di guerra.

Crediamo anche per questo che sia nostro dovere, per un sentimento di rispetto e devozione, tener vivo il ricordo delle loro sofferenze, del loro sacrificio e far sì che il Sottocapo Bondioli Gino, rimanga sempre presente nella memoria degli argentani e di tutta la sua gente.  

 

1 commento:

Benny ha detto...

Il tema della memoria, dei caduti in guerra, ci riporta immediatamente all’umanità delle vittime ed al sacrificio di tutti i Caduti e dei loro famigliari che ancora li ricordano ed ancora li piangono . Grande fu il sacrificio dei marinai della Corazzata “Roma”, ed è nostro preciso dovere, perpetuarne la memoria, riportando alla luce le persone e possibilmente anche la storia, che sta dietro quei nomi, togliendoli dall’oblio, di un arido “Elenco Caduti” .